SCATTA LA CONDANNA: SEI ANNI E MEZZO E TRENTAMILA EURO DI RISARCIMENTO Un 56enne avrebbe molestato la bambina e due amichette in casa e in piscina
BASTIA — MOLESTO’ sessualmente la nipotina di appena otto anni e due sue amichette. Un crescendo di attenzioni morbose, fino a toccamenti nelle parti intime, baci rubati nella sua casa e nella piscina di Bastia che le bambine frequentavano. Un incubo durato oltre un anno.Ed è per questo che ieri un 56enne, originario di fuori regione, ma all’epoca residente a Bastia — del quale non riveliamo l’identità per non rendere riconoscibili le vittime — è stato condannato a sei anni e mezzo di reclusione con l’accusa gravissima e infamante di violenza sessuale su minori con l’aggravante di aver abusato del suo ruolo di zio, seppur acquisito.
Il pubblico ministero Giuseppe Petrazzini, al termine della discussione, ha sollecitato una pena ancora più severa: 9 anni di carcere per tanto orrore. Ma il tribunale — presidente Massei, a latere Cenci e Noviello — ha ritenuto di condannare l’imputato (difeso dall’avvocato Andrea Bellachioma) a sei anni e mezzo oltre a una serie di interdizioni. I giudici hanno inoltre riconosciuto alla parte civile costituita, la nipote minorenne (assistita dall’avvocato Massimo Rossini) e i genitori (con l’avvocato Chiara Coletti) 30mila euro di provvisionale immediatamente esecutiva, rispetto al risarcimento che sarà quantificato in sede civile. I FATTI RISALGONO al 2001-2002. Solo quando gli abusi si erano fatti insopportabili la nipote riuscì a parlare di quanto le era accaduto in famiglia. I genitori chiamarono una psicologa per valutare la situazione e poi la stessa zia, alllora convivente del presunto pedofilo, inoltrò un esposto al tribunale per i minorenni dell’Umbria raccontando i suoi dubbi su una storia di orchi tra le mura domestiche. Le successive indagini della procura appurarono che complessivamente gli episodi di molestie tra il 2001 e il 2002 sarebbero stati una decina.Ieri, come detto, la discussione. Il difensore aveva sollecitato l’assoluzione del suo assistito.
Erika Pontini

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