Era andato dal sindaco a chiedere un alloggio per la sua famiglia senza essere rientrato in graduatoria


L’uomo stato fermato davano al Comune dai vigili urbani di Bastia


LUCIA PIPPI


BASTIA UMBRA – Si è presentato in Comune per chiedere di parlare con il sindaco, Francesco Lombardi.
“Voglio una casa popolare”, gli ha detto. Poi, visto che la sua domanda non ha avuto la risposta che sperava, è sceso dalle scale del Comune e ha cercato di darsi fuoco in mezzo alla piazza.
E’ successo ieri mattina a Bastia Umbra. M.S., di origine napoletana, da tempo aveva manifestato l’intenzione di uccidersi, bruciandosi vivo, davanti al municipio della cittadina nel caso in cui la sua richiesta di un alloggio popolare non fosse stata ascoltata.
Per dare ancora più forza alla sua protesta, M.S., padre di 4 figli, nei giorni scorsi aveva avvertito anche la stampa.
Ieri mattina è arrivato in Comune con due grosse borse, una delle quali contenente una latta di benzina.
Ha chiesto di parlare con il sindaco. Lombardi lo ha ricevuto insieme a Nadia Cesaretti, la vicesindaco e alla responsabile dei servizi sociale del Comune. A loro ha chiesto nuovamente, come aveva fatto in precedenza, di ottenere un alloggio popolare. Il sindaco gli ha risposto che questo era impossibile, in quanto la sua famiglia, non era rientrata nella graduatoria.
“Era visibilmente alterato – racconta il sindaco – e lui stesso ha ammesso di aver bevuto due bottiglie di vino per farsi coraggio. Vedendolo agitato abbiamo avvertito la polizia municipale che lo ha seguito”. Subito dopo il colloquio, M.S., è sceso sulla piazza e si è cosparso di benzina con l’intenzione di darsi fuoco e uccidersi. Gli agenti della polizia municipale sono però riusciti a fermarlo prima che accendesse il cerino. L’uomo è inoltre scivolato ed è rimasto lievemente ferito. Per questo è stato accompagnato in ospedale dove si trova tuttora ricoverato.
M.S. non è una persona sconosciuta agli uffici dei servizi sociali del Comune di Bastia Umbra. Già da tempo riceve un sussidio particolare da parte dell’aministrazione e della Caritas. Lo stesso Comune gli ha messo a disposizione un avvocato che lo sta aiutando a rateizzare i debiti contratti nel corso del tempo.
“La storia di questa famiglia – afferma Lombardi – non è un caso isolato. Sono molte le persone che si rivolgono ai servizi sociali presentando situazioni difficili. E proprio per questo – conclude – è necessario uno sforzo da parte delle istituzioni pubbliche per far fronte ad emergenze sociali più o meno gravi”.

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