L’uomo è stato segnalato, un altro si è dileguato alla vista degli agenti
La Finanza recupera 120 paia di occhiali e 16 borse griffate
BASTIA UMBRA – Sagre e manifestazioni locali varie nel mirino della guardia di finanza del comando provinciale di Perugia e in particolare della tenenza assisana, che nel quadro di controlli finalizzati a scoprire merce contraffatta ha “pizzicato” due cittadini extracomunitari ambulanti,uno marocchino e l’altro del centro Africa,che avevano pensato di offrire in vendita prodotti contraffatti in occasione di una sagra paesana organizzata in una frazione di Bastia Umbra. Alla vista dei finanzieri guidati da Domenico Di Mascio, uno dei due ambulanti improvvisati ha abbandonato la merce dileguandosi, mentre l’altro è stato identificato e segnalato all’autorità giudiziaria per violazione alle norme del codice penale. Sequestrati quasi 120 paia di occhiali e 16 borse di noti marchi di moda (Prada; Ray Ban; Diesel; Gucci; Mark Jacobs; Carrera; Versace; Hogan; Luis Vuitton e Burberry), tutti recanti segni distintivi palesemente contraffatti e tutti ritirati dal commercio.L’operazione, che rientra nel quadro di una serie di attività organizzate dal comando provinciale della Guardia di Finanza di Perugia, è finalizzata alla repressione della contraffazione e prevenzione della tutela del made in Italy e della sicurezza e conformità dei prodotti destinati al consumo.“L’azione della Guardia di Finanza a contrasto di tale fenomenologia illecita – spiegano le fiamme gialle – vuole tutelare il regolare svolgimento del libero mercato, poiché la vendita di prodotti transitati per canali alternativi e privi delle garanzie che la vigente normativa sia nazionale che comunitaria richiede, comporta una concorrenza sleale nei confronti della maggioranza dei commercianti che rispettano le leggi dello Stato in materia”. “Inoltre – conclude la nota dei finanzieri – tali prodotti, soprattutto gli occhiali, rappresentano un autentico pericolo per la salute pubblica per l’impiego di materiali che molto spesso non rispondono ai requisiti di sicurezza imposti in ambito comunitario per la produzione”.
di Flavia Pagliochini
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