Comunicato Stampa

BASTIA UMBRA Probabilmente farà giurisprudenza la sentenza del TAR che ha accolto il ricorso promosso dal Comune di Bastia sulla questione del vincolo che dichiarava l’interesse culturale importante sull’area Petrini-Mignini.

Il provvedimento di vincolo è stato impugnato anche dalla proprietà che ha visto accolte le sue ragioni.

Secondo il TAR, l’atto non era motivato adeguatamente e non era basato su elementi riscontrabili come previsto dalla norma richiamata che nel caso di proprietà private prevede si debba riscontrare un interesse culturale particolarmente importante. Nella sentenza che spiega con chiarezza i motivi alla base dell’annullamento del provvedimento, tra l’altro, viene chiarito che la presenza di un’area o un edificio nel “Censimento nazionale delle architetture italiane del secondo Novecento della Regione Umbria”, non può essere un presupposto per apporre un qualsiasi vincolo, ma casomai avrebbe potuto, al più, costituire il punto di partenza per lo svolgimento di ulteriori approfondimenti di competenza della Soprintendenza.

Giusta, quindi fu la scelta della maggioranza di Centrodestra, di votare un ordine del giorno in Consiglio Comunale il 30 novembre 2023 che impegnava la Giunta a promuovere il ricorso al Tribunale Amministrativo dell’Umbria per difendere le prerogative pianificatorie del Comune, infatti, il TAR nella sentenza sostiene che l’atto di vincolo fu adottato, “in difetto dei presupposti di legge e, in particolare, del riferimento al legame tra il bene e specifici fatti storici, non essendo a tal fine sufficienti riferimenti generici, non correlati a specifici eventi, quali quelli contenuti nella relazione di vincolo”.

I motivi portati dal Comune a supporto della richiesta di annullamento, sono stati completamente accolti, inclusa la contraddittorietà dell’azione amministrativa, in quanto la dichiarazione di interesse culturale del complesso industriale sarebbe in contraddizione con il precedente parere reso dalla Soprintendenza, nell’ambito del procedimento di Piano Attuativo di Iniziativa Mista proposto dalla Mignini per il quale la Soprintendenza nel 2018 aveva escluso che il complesso industriale potesse essere considerato un elemento simbolico e ne aveva dato una connotazione negativa in termini di impatto paesaggistico, sottolineando che il recupero dell’area ex Mignini Petrini avrebbe potuto costituire un’occasione di riqualificazione attraverso la rimozione di elementi di eccessivo impatto paesaggistico.

Il Tribunale amministrativo dell’Umbria, quindi ha decretato il “fermi tutti e palla al centro”.

A questo punto si può affermare che le motivazioni che indussero la maggioranza che amministrava Bastia, a produrre ricorso, erano fondate. Il vincolo avrebbe bloccato una parte della città fondamentale per il suo rilancio.

Adesso il vincolo non c’è più e quindi spero che l’allora opposizione, oggi maggioranza al  governo della città che a dicembre votò contro l’ordine del giorno, facendo proprie le motivazioni della Soprintendenza, oggi censurate dal TAR, riveda le proprie posizioni e si applichi per lavorare insieme alla proprietà e agli Enti Sovraordinati, per individuare soluzioni condivise e realizzabili in tempi certi, tenendo conto che le norme di salvaguardia scattate con l’adozione del PRG parte strutturale, hanno definito la zona in questione “area di rigenerazione urbana”.

Un’occasione da non perdere quindi, con l’auspicio che l’attuale maggioranza abbandoni posizioni ideologiche presenti nel documento che depositò per giustificare il voto contrario al ricorso e affronti la questione con spirito di collaborazione, insieme ai soggetti preposti, alla redazione del necessario PAIM, che preveda interventi realizzabili, sostenibili economicamente e con un timing certo, nell’interesse superiore della Città da conciliare con i diritti di tutti, anche della proprietà che non possono essere certo calpestati.

L’area che congiunge il parco fluviale con il centro e con la Piazza del Mercato, può essere rigenerata nel migliore dei modi, avendo la sentenza del TAR rimosso un enorme macigno che era stato posto sulla strada della “rigenerazione urbana” di quel comparto fondamentale.

Ovviamente la Soprintendenza potrebbe fare ricorso al Consiglio di Stato, ma spero che tutti si siedano intorno ad un tavolo per collaborare con l’Amministrazione Comunale per risolvere diversamente la questione, nel rispetto delle prerogative di ognuno in modo da non bloccare lo sviluppo di Bastia.

Bastia Umbra, 31/08/24 Francesco Fratellini

Coordinatore della Lista Civica Bastia Popolare

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