A Umbriafiere, l’omelia del vescovo Sorrentino ha offerto consolazione alla cittadina umbra distrutta per la perdita

BASTIA UMBRA La città di Bastia Umbra ha voluto onorare in silenzio le sue vittime.“Nessuna macchina fotografica,niente telefonini, assoluto silenzio stampa” per rispettare un dolore profondo e disarmante. Il sindaco Stefano Ansideri e il comandante della polizia municipale Carla Menghella hanno ricordato queste comprensibili volontà delle famiglie dei due sub bastioli, Enrico Cioli e Gianluca Trevani, che domenica scorsa hanno perso la vita durante un’immersione nelle acque del mare di Grosseto. Sono state celebrate nel pomeriggio di ieri,negli immensi spazi del centrocongressi dell’Umbriafiere, le esequie dei due giovani che hanno trovato nella loro passione sportiva, una tragica e ancora inspiegabile morte.Un’intera comunità si è stretta intorno ai familiari. Centinaia di persone hanno partecipato ai funerali.Tantissimi, per mancanza di spazio all’interno, hanno atteso in piedi all’ingresso della sala e fino al parcheggio antistante per quell’ultimo saluto, doveroso, doloroso. Un addio lacerante soprattutto perché inaspettato e prematuro. “Il mare ha un’accezione biblicamente negativa: di agguato, di insidie.
Ma ha anche un significato spiritualmente positivo: la Trinità è raffigurata come sorgente di vita.Noi non siamo qui per avanzare ipotesi sulle cause della morte di questi due ragazzi, questo non ci è dato saperlo, ma ci siamo riuniti per accompagnare questi due giovani verso quell’oceano che è Cristo”.Sono queste le parole che riecheggiavano al di fuori della struttura gremita di gente, le parole dell’omelia di monsignor Domenico Sorrentino, vescovo di Assisi, Nocera Umbra e Gualdo Tadino. Il vescovo ha parlato di questa morte improvvisa che ha lasciato sconcerto e quel dolore che è in antitesi con la cristianità, che invece esalta la vita. Ha ricordato i due giovani che si immergevano per scoprire le bellezze del mondo subacqueo, per il loro senso di libertà e “voglio immaginare – ha detto – che le loro immersioni erano anche viaggi spirituali”.E la speranza nella resurrezione.E poi scrosci incessanti di applausi,per un ricordo che non si spegnerà mai.
Enrico, classe 1982, era tappezziere. Aveva studiato ragioneria e lavorava con impegno e dedizione nella ditta di tendaggi a conduzione familiare, situata nella zona industriale in via dei Pioppi. Azienda che rende la famiglia Cioli una delle più note della città. Da alcuni anni il ragazzo si era avvicinato al nuoto al quale dedicava tempo e passione. Frequentava la piscina comunale di Bastia Umbra dove si allenava frequentando corsi e gare in acqua.La passione per le immersioni lo aveva spinto a guadagnarsi il brevetto da sub,attività che praticava con il sorriso, come testimoniato dalle foto condivise con gli amici sul suo profilo Facebook, ora pieno di messaggi di dolore e cordoglio di amici e conoscenti.Enrico lascia la mamma Maria, il papà Nazzareno, la sorella Eleonora e il cognato Alessandro. Gianluca, classe 1972,era un tecnico informatico e lavorava in una ditta di software e hardware alle porte del centro storico.La sua passione per l’informatica lo aveva reso uno dei pionieri del settore in Umbria.Vissuto ad Assisi per la maggior parte della sua vita, da alcuni anni a Bastia Umbra di cui il papà Oreste – scomparso molti anni fa – era originario. Così come Enrico, anche Gianluca era un appassionato di nuoto e sub esperto. Praticava immersioni con frequenza insieme ai “colleghi di mare” del club Thalasso di Perugia,al quale anche Enrico era iscritto.Da qui, e dalla passione per il mare, era nata un’amicizia tra i due, che avevano già praticato immersioni in passato.Gianluca lascia la mamma Maria Pia, la sorella Michela e il cognato Stefano. Nel giorno delle esequie, la città ha osservato il lutto cittadino. Una tragedia che ferisce il cuore del centro umbro, in lacrime per aver perso due dei suoi migliori ragazzi.

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