Accoltellamento di Bastia Umbra: scattano domani gli accertamenti dei Ris sul dna
Le parole dell’accoltellato Non so chi sia stato e nemmeno il perché Ma il giovane ha fatto un identikit del suo aggressore
PERUGIA –E’ UN GIALLO che per ora sembra destinato a rimanere tale. A meno che proprio il dna non fornisca quella chiave di volta decisiva alle indagini. Ma forse la pista del ragazzo ferito alla mano e con un cappellino sporco di sangue in casa non è l’unica tra quelle percorse dai carabinieri di Assisi, che stanno tentando di fare chiarezza sul tentato omicidio di un 32enne di Bastia, avvenuto la sera del 16 maggio in via Vittorio Veneto. Di certo c’è l’accertamento irripetibile fissato per domani nella caserma dei Ris di Roma, che dovranno analizzare la sostanza ematica trovata sia su un cappellino da baseball che sulle garze che avvolgevano la mano dell’unico indagato. Per verificare di chi sia quel dna.
IN BASE a notizie confidenziali, infatti, gli investigatori – poco dopo l’aggressione – avevano saputo che un ragazzo del posto, appena ventenne, si era fatto medicare a una mano all’ospedale per una ferita di arma da taglio. Nella sua abitazione, perquisita, erano spuntati fuori la scatola di un coltello a serramanico, il cappellino sporco e le garze. Tutto materiale sequestrato e inviato al Ris. Certo è che i due episodi – il ferimento alla mano e l’accoltellamento del 32enne – potrebbero anche non essere collegati tra loro. Il ventenne è difeso dall’avvocato Maurizio Lorenzini.
CI SONO poi l’identikit, realizzato dal ferito, e le telecamere che potrebbero fornire indicazioni importanti su quanto accaduto e sul perché, visto che la vittima del tentato omicidio (è assistito dagli avvocati Luca Maori e Delfo Berretti) sembra che continui a ripetere di non conoscere il suo aggressore e di non avere la minima idea sul perché sia stato bersaglio di un’azione tanto violenta. Trenta coltellate che lo volevano morto.
ED È QUI che si fa spazio una terza via, inquietante, e cioè che il 32enne possa essere stato scambiato per un’altra persona che aveva conti in sospeso con un determinato ambiente. Ancora solo ipotesi, su cui sono al lavoro gli investigatori dell’Arma.
Erika Pontini
IN BASE a notizie confidenziali, infatti, gli investigatori – poco dopo l’aggressione – avevano saputo che un ragazzo del posto, appena ventenne, si era fatto medicare a una mano all’ospedale per una ferita di arma da taglio. Nella sua abitazione, perquisita, erano spuntati fuori la scatola di un coltello a serramanico, il cappellino sporco e le garze. Tutto materiale sequestrato e inviato al Ris. Certo è che i due episodi – il ferimento alla mano e l’accoltellamento del 32enne – potrebbero anche non essere collegati tra loro. Il ventenne è difeso dall’avvocato Maurizio Lorenzini.
CI SONO poi l’identikit, realizzato dal ferito, e le telecamere che potrebbero fornire indicazioni importanti su quanto accaduto e sul perché, visto che la vittima del tentato omicidio (è assistito dagli avvocati Luca Maori e Delfo Berretti) sembra che continui a ripetere di non conoscere il suo aggressore e di non avere la minima idea sul perché sia stato bersaglio di un’azione tanto violenta. Trenta coltellate che lo volevano morto.
ED È QUI che si fa spazio una terza via, inquietante, e cioè che il 32enne possa essere stato scambiato per un’altra persona che aveva conti in sospeso con un determinato ambiente. Ancora solo ipotesi, su cui sono al lavoro gli investigatori dell’Arma.
Erika Pontini
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