Bastia Umbra, «Insula Romanesca» una delusione che viene da lontano

Come risulta dai pochi documenti che sono arrivati fino a noi, tutto fa pensare a una mancanza atavica, di spiccata sensibilità, di senso artistico e storico, che ha formato una strana crosta caratteriale degli abitanti di Bastia; varie vicissitudini ambientali e di riflussi storici, l’abbandono del nucleo antico dei signori, di personaggi importanti, ha portato un decadimento culturale. Come dimostrano le antiche mura, all’interno della Rocca, un Bastione imponente, a testimoniare un trascorso austero e guerriero, (posizionato lato ovest e purtroppo, oggi non visibile alla gente) poi interminabili guerre, terremoti, varie distruzioni, hanno allontanato chi poteva far rinascere la Bastia medievale.
La storia visibile e certa, che è arrivata fino a noi, è la povertà dei materiali usati per la ricostruzione delle abitazioni del centro storico, ogni casa è una miscela di vari materiali di recupero di siti più antichi e CIOTTOLI di fiume, segno della umiltà delle persone che abitavano, la Bastia degli antichi, contadini e piccoli artigiani.
Un buon momento da ricordare, testimoniato da eventi storico/culturali, è sicuramente stato dalla metà dell’ottocento, agli anni cinquanta,(esclusi gli anni della guerra) quello fu un periodo prospero, di rinascita, a Bastia esisteva: Un Teatro, una scuola di musica con relativa banda, due cliniche, un mattatoio, un’attività mercantile straordinaria, grande massa lavorativa, c’era il Conservificio Lolli, Tabacchificio Giontella, Pastificio Petrini, Officine Franchi e la soddisfazione di essere stati tra i primi paesi della piana, ad avere l’illuminazione pubblica "elettrica", credo che da allora, ben poco sia stata potenziata, visto il buio che avvolge molte delle nostre strade, dobbiamo ringraziare i commercianti che con le luci delle loro vetrine, illuminano in modo corretto, il divenire dei passanti.
E’ trascorso tanto tempo e tanta indifferenza ha colpito la gente e i loro averi, risultato, niente è valsa la pena di mantenere, il susseguire di persone grette e amministratori egoisti, hanno finito di distruggere ogni segno, piccolo o grande, delle nostre tradizioni,della nostra storia.
L’apoteosi della distruzione,del cattivo gusto e dell’indifferenza è iniziata negli anni 60, che con interventi di falso interesse pubblico, hanno definitivamente stravolto Bastia e le sue tradizioni, distruggendo ogni cosa……e non finisce qui.

UTILITA’ PUBBLICA
Una bella parola, per un Bastiolo desideroso di vedere rifiorire il suo paese, è una parola piena di aspettative, una parola che fa credere che per un’Amministrazione locale, sia il fine primo, per far crescere gli interessi culturali e sociali dei concittadini.
Bastia, ha voglia di fare, ogni Bastiolo è potenzialmente curioso e creativo, ha una fervida inventiva che da
sempre lo porta a mettersi in discussione, al punto che gli abitanti dei paesi vicini considerano i Bastioli gente diversa, attiva e in gamba, in ogni settore. La sua voglia di cultura, voglia di vivere intensamente varie
forme di esperienze, arte e spettacolo, personale e collettivo, negli ultimi decenni, si sono formate compagnie teatrali, gruppi corali, ma non abbiamo teatri, arene, sale polivalenti.
Abbiamo inventato una festa patronale unica, nel suo genere, una serie di spettacoli di piazza, con pezzi di teatro, balletti e scenografie portate (carri) degni di un’attenzione più puntuale per premiare tanta gente che è coinvolta in modo disinteressato, alla riuscita della nostra festa, ma per crescere, bisogna crederci veramente e dare la giusta considerazione. Centinaia di persone in continua ricerca di spazi utili e adatti, a manifestare la loro creatività con tanta voglia di dare quanto ognuno sa fare, strano ma vero, nei programmi delle amministrazioni passate, è stata data tanta enfasi alla cultura, ma nessuno ha realizzato qualcosa di vera utilità pubblica; in 40 anni è stato sostituito il campo sportivo, con dei giardini pubblici, una marea di centri sociali inutilizzati, un unico cinema, con possibilità di spettacolo teatrale, ma non esiste altro spazio "polivalente".
Da sempre, piazza Mazzini, è stata il solo punto di aggregazione più importante e ha permesso di poter realizzare manifestazioni di ogni genere e importanza, molto spesso però, la sua ubicazione e il maltempo, ha generato disagi ai cittadini e agli organizzatori, inducendo spesso la rinuncia.
In un prossimo futuro, la ristrutturazione della chiesa di S.Angelo, ci darà la possibilità di avere uno spazio da usare in varie situazioni e al coperto, ma, vista la sua dimensione, non permetterà grandi eventi, purtroppo.

Giuliano Monacchia

Loading

comments (0)

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.