Domenica sfida per la fascia tricolore tra Carosati, Ansideri e Rosignoli: accuse, proposte e tante speranze
Colpi e pronostici Il benessere è visibile, ma la crisi ha colpito duro In piazza si parla di politica, ma sul risultato del voto nessuno si sbilancia
di PIERPAOLO BURATTINI
BASTIA UMBRA — Graziose villette a schiera con giardino, sfilze di capannoni operosi, negozi con target medio-alto, decenza nella manutenzione di strade e spazi verdi Decoro piccolo borghese e sapori da benessere diffuso e percepibile. Dove siamo in Brianza o nella Bassa Bergamasca? No, a Bastia Umbra. Il “darsi da fare” da queste parti e il credo e i dati 2013 della Camera di Commercio di Perugia lo certificano: registrate ci sono 2630 imprese e il settore dell’ingrosso e del dettaglio fa la parte del leone. Altissima la percentuale di imprese individuali (44,95%).
Case e cartelli. Detto questo, fermiamoci: la crisi morde forte anche qui, i cartelli “affittasi” e “vendesi” fanno capolino da portoni e vetrine come una volta i gerani dai balconi. E allo stesso modo si prova ad annaffiare, ma non sempre si riesce.
Ore 10.30: piazza Mazzini, un giorno dei tanti di questa infinita campagna elettorale. Gli avventori, tutti con una bella spruzzata di bianco sui capelli, discutono: Grillo sì, Grillo, no, Renzi sì, Renzi no. Sopra e sotto, mandare a casa o mandare a lavorare. Il cronista porge la domanda e si sente replicare così, con l’ironica benevolenza che si concede ai giovani: «Chi vince le elezioni a Bastia? Le elezioni sono come un melone, può uscire bianco o rosso…». Chissà allora, se esce il bianco, il rosso o magari il grillo che salta. Eh sì, da queste parti il 25 si gioca la “classica”: da una parte il mite ma
non flemmatico sindaco uscente Stefano Ansideri; dall’altra l ‘ ipercinetica e determinata Simona Carosati e nel ruolo di terzo incomodo Marcello Rosignoli, che non assomiglia al classico grillino da cartolina tutto toni veementi e smanettamenti internettiani. Centrodestra, centrosinistra e l’incognita.
Le vele. Ore 11.15: tra il comitato di Carosati, quello di Ansideri, la Pro Loco e il Comune non ci stanno nemmeno cinquanta passi di lontananza. E se ti fermi al centro della piazza assisti allo strano fenomeno della regata, anche se non siamo a Auckland ma a Bastia: ogni dieci minuti passa una “vela” pubblicitaria con su piazzati il faccione o le faccine dei candidati. Altoparlante a tutto volume e chi la dura la vince. La palma dei più geniali spetta a quelli di Sel: la speranza elettorale si può affidare anche alle quattro ruote di una Cinquecento che butta fuori musica da discoteca. I grillini si sono affidati al camper. A quest’ora del mattino può capitare che solerti massaie che trasbordano la spesa ed eleganti signore in tacco dodici si voltino incuriosite. Lo zucchero finisce qui. Perché a Bastia, patria del “bianco” Giontella e terra d’ elezione del “rosso” Maschiella, la politica è anche quella cosa li che tutti conosciamo: sentimento che divide in clan contrapposti, in cui la lingua è sempre intenta nel veleno e il ragionamento si ribalta nell’invettiva.
A dominazione politica di sinistra di varie tinte, la scossa arriva nel 2009 quando il moderato Ansideri, consulente del lavoro di professione, si mette alla testa dello schieramento di centrodestra e si prende il Comune, dopo che dall’altra parte si consuma una specie di scontro via primarie in cui restano sul campo fiumi di veleno e recriminazioni. Qualcuno grida alla liberazione, altri all’inferno. Oggi l’area sembra più respirabile, ma forse solo perché è una limpida giornata di sole: se provi a grattare la pancia a qualche pasdaran dei tre schieramenti, l’umore acido zampilla e allaga, mentre l’inchiostro della battuta corriva disegna arabeschi più o meno truculenti.
Veleno e slogan. E allora il mite Ansideri viene trasfigurato in un ex democristiano tutto promesse e niente fatti, la determinata Carosati in una sprovveduta in mano al solito giro stretto dei soliti noti e l’atipico e ragionevole grillino Rosignoli in un quarantenne in cerca solo di ribalta. Tutto è clan, tutti contro tutti. Si salvi chi può. Il voto di domenica come un’ordalia che deve stabilire chi ha sbagliato e chi no, a prescindere dalla logica. Slogan elettorale di Ansideri: “Pronti a fare di più”. «Guardi – dice – personalmente confido sulla onestà intellettuale delle persone, nella capacità di valutare quello che è stato fatto al di là delle appartenenze. In questi anni abbiamo dovuto affrontare una crisi economica molto forte e fare i conti con una taglio dei trasferimenti statali molto pesante, ma nonostante questo ci siamo rimboccati le maniche e raggiunto dei risultati molto importanti. Abbiamo governato tenendo conto di tutti e non solo di quelli che ci hanno votato, e mi creda a Bastia questo modo di fare è stata una piccola rivoluzione».
Poi prende fiato e aggiunge: «Abbiamo distribuito ai cittadini un libro con le cose fatte da questa Amministrazione in questi anni: non abbiamo nulla da nascondere e andiamo fieri del nostro operato». Breve pausa di alcuni secondi: «Per favore, scriva che il libro è stato pagato a spese nostre e non con i soldi dell’Amministrazione». Pronostico? Ampio sorriso di risposta: «Non scommetto mai».
Basta fare venti passi più avanti e ti ritrovi davanti a una porta con davanti il seguente manifesto gigante: una donna di quarant’anni dallo sguardo vispo, di professione medico, che se ne sta avvinghiata al premier Renzi, ovviamente in camicia bianca d’ordinanza. Comitato elettorale del candidato a sindaco Simona Carosati. Tutti al lavoro, la candidata è pronta per l’ennesimo giro elettorale: «Siamo una lista di giovani -dice – che vogliono fare qualcosa per la loro città, io non sono scaccia di un posto o di un lavoro e la scelta di candidarmi è nata dalla consapevolezza che fosse venuto il momento d’impegnarsi per risolvere i tanti problemi che in questa città non mancano di certo». E la sindrome Grillo c’è anche qui a Bastia? Carosati, che armeggia tra un volantino e un poster, risponde senza tentennare: «Raccoglie il malumore, ma qui a Bastia le persone guardano alle proposte e non certo a chi urla più forte: non credo farà un grande risultato». L’appuntamento. Venti minuti dopo, a pochi metti di distanza, il grillismo bastiolo si materializza attraverso il candidato a sindaco Marcello Rosignoli. Modi gentili, niente toni esagitati e nessuna ostentazione di fedeltà granitica al numero uno del Movimento. «Dico quello che penso, anche quando non sono d’accordo con Grillo…». Poi prende la mira: «l partiti prendono ordini dall’alto e fanno scelte che nulla hanno a che fare con i reali problemi
della comunità. Il Pd in questo senso è il vero avversario, perché è l’unico partito che ha mantenuto una struttura e un modo di agire che secondo noi ha combinato solo guai». E le proposte? «Pensiamo che sia venuto il momento di dare voce ai cittadini sulle scelte amministrative e non informarli a cose fatte e soprattutto cercare di sfruttare le tecnologie». Appuntamento in piazza Mazzini, domenica sera. Chissà di che colore sarà il melone.
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