Incontro alla Uil-Uilta di Bastia: “i riflettori si sono spenti nel momento in cui dovrebbero illuminare di più”


Assemblea dei dipendenti: “Vogliamo quello che ci spetta: Chiesto l’intervento delle istituzioni


LISA MALFATTO


BASTIA UMBRA – Voglia di capire e rivendicazione dei propri diritti di lavoratori affinchè non venga archiviata la vicenda della Trilly confezioni.
Così, i ( non più) dipendenti si sono riuniti nella sede Uil-Uilta di Bastia per far sentire la propria voce. Quella di chi sta ancora aspettando arretrati di uno stipendio mai arrivato; quella perplessa a causa di un iter interrotto della domanda di cassa integrazione speciale. Quella sdegnata, dalla condotta delle istituzioni. Perchè se c’è una cosa di cui sono certi i dipendenti della Trilly, è che sulla vertenza dell’azienda si cerca di far calare il silenzio. Tante le domande che non ritrovano risposta: “Dopo i giorni caldi degli scioperi e della rabbia, con il trascorrere delle settimane e dei mesi – dicono i dipendenti – la vicenda (delicatissima, in quanto la prospettiva è quella della chiusura di un sito industriale di eccellenza nel settore della maglieria ) sta naufragando nel silenzio più assoluto. Perchè?”. E ancora: “Perchè i riflettori si sono spenti proprio nel momento in cui si sarebbero dovuti illuminare ancor più? La vicenda ha dell’incredibile – dicono – perchè incredibile è il fatto di non essere riusciti a convincere il titolare dell’azienda a chiedere la cassa integrazione speciale o meglio, di aver firmato l’accordo e di non aver fatto successivamente la domanda al ministero”.
Per questo motivo, dipendenti e il sindacalista Giorgio Salucci della Uil esigono i documenti, una notifica o qualcosa che certifichi che la famosa busta contentente la domanda di cassa integrazione (del 23 febbraio ) sia stata effettivamente spedita. E sempre per questo motivo, la Uil ha deciso di muoversi da sola. Inviando 5 giorni fa alla Drezione provinciale del lavoro di Perugia una “propria” domanda di cassa integrazione; una domanda “anomala” come viene definita dallo stesso Salucci, poichè priva di dati su investimenti e di firma dell’azienda. Ma proprio in quanto “anomala” e non in linea con le domande “regolari”, presenterà un problema al ministero. E questo è l’obiettivo; di far capire, cioè, che evidentemente c’è qualcosa che non va in tutta questa vicenda.
“Vogliamo i soldi – dicono i dipendenti – quantificati in 500mila euro in totale. Ringraziamo Salucci che è l’unico che ci ha seguito veramente e che ci aiuta”.
In sede di riunione, è tornato, duro più che mai, l’attacco alle istituzioni: “Siamo in una regione ‘rossa’ giusto? – commenta animata una dipendente – che dovrebbe aiutare la categoria degli operai, ma mi sembra proprio che non sia così. Eppure in altri casi e in altri territori regionali – continuano – in situazioni analoghe, è stata fatta sentire la solidarietà delle istituzioni, coordinando tavoli di concertazione, convocando consigli comunali aperti ed altro ancora”. Il sindacato, infine, sottolinea in una nota che la richiesta di attivare un tavolo di concertazione sul caso, era stata fatta al sindaco bastiolo Lombardi per condivivede insieme a lui le eventuali linee guida e non per “scaricare” le responsabilità sulle istituzioni.

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