Cozzali (Cna): “Zona industriale da riqualificare”.Serlupini (Confesercenti): “Na a costi aggiuntivi”

“Negli ultimi anni anche a Bastia abbiamo assistito ad un continuo aumento delle imposte locali Una parte di tali risorse potrebbero essere spese per aumentare o sviluppare nuovi servizi tra cui la video sorveglianza” – “Saremo sempre disposti a sedersi intorno ad un tavolo per discutere dello sviluppo della città La sicurezza? Non è possibile che ogni attività abbia la sua telecamera, la sua società di vigilanza,i suoi sistemi d’allarme”

Bastia Umbra -In un’epoca in cui sono le opinioni e le immagini a formare i fatti, per cercare di strappare un brandello di oggettività,non resta che la vecchia cara “ricetta”: andare, osservare e parlare.Solo dopo,farsi un’idea. La sicurezza: tema principe in cui ognuno ci riversa di tutto, spesso a prescindere dall’esperienza. Il nostro “piccolo viaggio” è partito di mattina presto da una distesa infinita di capannoni: la zona industriale di Bastia Umbra. Dinamicità imprenditoriale elevata, reddito pro capite alto, ma il tutto macchiato da ansie che fanno capolino: il furto, il vetro spaccato, la poca illuminazione.Piccole paure che tutte insieme formano un sentimento che può angosciare: soprattutto chi sta nella trincea del lavoro. Ne è venuto fuori, un affresco che sintetizzato suonava così:Bastia, una distesa di allarmi.Perchè la poca sicurezza innesca il desiderio di proteggersi e proteggere, dunque si ricorre alla tecnologia. Spendendo quattrini.Nel racconto sono entrati anche il sindaco di Bastia Stefano Ansideri e la compagnia dei carabinieri di Assisi, dando risposte e lanciando proposte (il primo cittadino a questo proposito, ha parlato di un aiuto a colore che desiderano installare una telecamere puntata su uno spazio pubblico). Questo il quadro venuto fuori e il cammino percorso. E ora? Ora le voci di coloro che rappresentano in maniera organizzata gli interessi di chi la mattina alza la saracinesca e la sera fa i conti di cassa prima di chiudere: le associazioni di categoria. Cna, Confartiginato,Confcommercio e Confesercenti. Con i loro rappresentanti territoriali ci siamo seduti intorno a un tavolo, li abbiamo ascoltati e fatto loro domande per capire. Un dibattito a più voce che va a disegnare una “mappa” di cosa si cela dietro la tanto evocata parola sicurezza.“Nel territorio di Bastia-Assisi la Cna associa e rappresenta oltre 400 imprese tra artigianato ed industria – dichiara il presidente Lorenzo Cozzali – il problema della sicurezza è uno dei tanti problemi che in questo momento stanno attanagliando i nostri associati”.Cozzali, dice, è stato colpito dalla fotografia fatta da Il Giornale dell’Umbria che parla della zona industriale di Bastia come di una “distesa di telecamere”.Colpito, ma non sorpreso perchè “il problema della sicurezza chi lo vive più da vicino sono sicuramente gli imprenditori che hanno la propria sede nelle aree industriali, molti dei quali per la sicurezza interna si sono già organizzati privatamente e non potrebbe essere diversamente.Non conosciamo bene il progetto – continua – avviato dal Comune in questo senso, ne abbiamo sentito parlare solo attraverso i mezzi di stampa. Quello che possiamo dire è che una delle tematiche più sentite a Bastia è quella della riqualificazioni delle zone industriali tra cui vi rientra anche la sicurezza. A nostro avviso sarebbe necessario elaborare un progetto di più ampia portata rispetto a quello descritto dal sindaco, cercando di trovare le opportune fonti pubbliche di finanziamento.Vorremmo ricordare che negli ultimi anni anche a Bastia Umbra – conclude Cozzali – abbiamo assistito ad un continuo aumento delle imposte locali. Una parte di tali risorse potrebbe essere spesa per aumentare o sviluppare nuovi servizi tra cui la video sorveglianza”.Idee e proposte quelle avanzate da Cna che fanno il paio con quelle di Confesercenti. Il suo presidente, Antonio Serlupini,porta dati, cifre e lo “sguardo” dei sui associati sul tema sicurezza. “La nostra associazione opera dal 2000 sul territorio di Bastia, Assisi, Bettona,Cannara Torgiano, Spello e Valfabbrica. Attualmente -dichiara – l’associazione conta 185 iscritti di cui solo Bastia e Assisi ne riportano 65. Nel 2005 la Confesercenti ha subìto una radicale riorganizzazione per quanto riguarda l’offerta dei servizi. Attualmente si avvale di una società che offre servizi di elaborazione dati, corsi di formazione, centro Caaf per assistenza fiscale, consulenza per la finanza agevolata e realizzazione di software e siti internet”.Serlupini, comprensibilmente,descrive la sua associazione come un bastione a difesa di quella piccola e media impresa che è da sempre la colonna vertebrale dell’economia locale e nazionale. “La Confesercenti ha difeso da sempre la piccola e media impresa dall’aggressione delle grandi superfici e ha collaborato con le amministrazioni comunali ostacolando con toni forti l’apertura selvaggia delle grandi superfici. Siamo stati sempre – continua – presenti alle presentazioni delle aree di recupero intervenendo e dichiarando che saremo sempre disposti a sedersi intorno ad un tavolo per discutere dello sviluppo della città”. Serlupini, poi, entra nel merito della proposta avanzata dal sindaco Ansideri e avanza dei suggerimenti. Perchè è inutile girarci intorno, la sicurezza è un problema per chi sta dentro un capannone come per chi sta dietro un bancone. “Il problema della sicurezza è sempre stato un argomento delicato che ogni commerciante e imprenditore -sottolinea il presidente di Confesercenti – ha affrontato in autonomia affidandosi a sistemi di videosorveglianza realizzati in proprio e a contratti stipulati con le società private di vigilanza aggravando non poco le già esigue casse aziendali. L’iniziativa del sindaco di realizzare una rete wireless a cui collegare le telecamere per la videosorveglianza,è senz’altro positiva.Quello che chiediamo, però, è di non far gravare totalmente l’acquisto delle telecamere ai cittadini. Magari una contribuzione da parte delle istituzioni sarebbe auspicabile – conclude – altrimenti saremmo tentati di preferire la vigilanza ‘fai da te’come quella di adesso”.Questo quanto emerge da una prima carrellata di pareri. Sintesi provvisoria: le associazioni sono disposte a fare la loro parte,avanzano idee propongono progetti. Davanti al tema-problema della sicurezza nessuno sul versante delle imprese del comprensorio ha intenzione di chiamarsi fuori delegando ad altri la soluzione del problema.E già questo non è poco.
di PIERPAOLO BURATTINI

Il presidente di Confartiginato apre alla proposta del sindaco Ansideri: “La situazione è peggiorata”
Mela: “Bene la linea wireless”

ASSISI – Ha l’aria spigliata e volitiva della donna che porta avanti un’ impresa e si deve poi destreggiare e fare fronte con i piccoli problemi di tutti i giorni. Paola Mela, presidente di Confartigianato imprese di Bastia Umbra, parla di giovani sui quali investire e di sicurezza come problema da affrontare fuori da qualsiasi gabbia ideologica.“Confartiginato imprese di Bastia – dichiara – ha festeggiato da poco i primi 30 anni di costante presenza
nel territorio con i suoi oltre 500 associati.Nei ultimi anni l’ascolto, l’assistenza, la consulenza e l’accompagnamento al credito ha ricoperto con maggior efficienza le esigenze delle imprese associate. L’area di Bastia, come ha sottolineato Il Giornale dell’Umbria nella sua inchiesta, rappresenta un esempio di operosità e creatività imprenditoriale e merita la massima attenzione.Le sinergie e la capacità di allargare le nostre attivit�
con i comuni limitrofi è per noi un ‘sistema’di cui andiamo fieri. La visione, il modo di pensare e le esigenze dell’operatore economico si sono modificate ed è per questo che Confartigianato – continua – sta elaborando progetti imprenditoriali sempre più orientati al mercato e alla promozione del sistema territoriale in una competizione sempre più globale”.E il tema-problema della sicurezza? Mela, non ci gira intorno e ritiene che “la sicurezza è un concetto di benessere troppo sottovalutato. Il grado di percezione dei nostri associati è pari a quello dei cittadini. Non può essere differente e sta cambiando in peggio. Ci sentiamo tutti minacciati da una perdita di sicurezza economica e libertà di movimento”.Ma secondo il presidente di Confartigianato “non tutte le aziende sono collocate in aree produttive, dunque c’è un problema di sicurezza da affrontare anche altrove. Parlando di zone industriali,
dovremmo inevitabilmente portarle a vivere anche dopo la chiusura delle aziende, ciò significa parlare di riqualificazione. Per essere più precisi: bisogna potenziare i sistemi standard.Non è tuttavia possibile che ogni attività abbia la sua telecamera, la sua società di vigilanza, i suoi sistemi d’allarme”. Per quanto riguarda, infine, la proposta avanzata dal sindaco Ansideri, Mela giudica “concreto l’approccio del sindaco rispetto al tema della sicurezza” e reputa positiva la proposta “di creare una linea wireless a cui attaccare le telecamere che potrebbero così allacciarsi alla rete comunale, riprendendo ciò che avviene nel suolo pubblico”. Quanto ai denari, Mela, auspica l’impiego “di fondi che possano essere investiti nella risoluzione del problema senza gravare di ulteriori spese le imprese”.

Il presidente di Confcommercio: “Per recuperare il cuore della città, bisogna puntare su un piano di ammodernamento edilizio”
Lupattelli: “Serve un progetto per il centro”

ASSISI – Sauro Lupattelli è il presidente di una piccola “corazzata” associativa, perchè Confcommercio è attiva nel comune di Bastia Umbra da oltre 40 anni e con suoi quasi 300 soci rappresenta la principale associazione di categoria dei settori commercio, turismo e servizi. La sicurezza? Lupattelli conosce e il tema e non gioca con le parole. “Il problema della sicurezza è stato più volte affrontato – dichiara – anche in relazione ad eventi criminosi che negli ultimi anni e anche in maniera violenta, hanno coinvolto operatori economici e cittadini di Bastia e che contribuiscono a
ridurre la percezione di sicurezza. Nelle assemblee annuali della nostra associazione, alla presenza degli amministratori locali e delle autorità di pubblica sicurezza, abbiamo sempre riproposto anche a costo di sembrare noiosi le problematiche di chi tutti i giorni si avvia alla sua attività sperando di non trovare la vetrina sfondata o l’infisso divelto,augurandosi che le misure di sicurezza messe in campo a scopo preventivo siano sufficienti
a scoraggiare qualsiasi malintenzionato”.Se questo è lo scenario, da che parte si inizia?“Le nuove tecnologie in tema di antifurto e videosorveglianza che quasi tutti gli operatori hanno attivato, non possono prescindere comunque dall’attività di prevenzione e di repressione che sono compiti delle forze di sicurezza le quali, seppure in numero secondo noi insufficiente, svolgono almeno nei nostri territori un ottimo lavoro. Un grande aiuto oltre che dall’incremento di personale dedicato, potrebbe sicuramente arrivare dalle nuove tecnologie che applicate alla videosorveglianza del territorio garantirebbero agli operatori della sicurezza strumenti adeguati per l’individuazione degli autori di azioni criminose”. Ma la proposta del sindaco Ansideri, è un passo sulla strada giusta? “ E’apprezzabile la decisione dell’amministrazione comunale di dotarsi di una rete di telecamere per monitorare il territorio, ma non possiamo essere d’accordo con il sindaco quando dice ‘mettano le telecamere e noi la rete’. Il monitoraggio del territorio con finalità di prevenzione e protezione dell’incolumità pubblica non può essere subordinato al contributo dei cittadini o delle aziende che fanno già molto per proteggere le proprietà e le attività lavorative”. Secondo Lupattelli “l’amministrazione pubblica che ha investito nella realizzazione della rete wireless non dovrebbe avere difficoltà a reperire i fondi necessari al completamento della rete di telecamere che possano garantire maggior sicurezza a tutti indistintamente”. Ma il numero uno di Confcommercio allarga il discorso al centro storico
di Bastia che “ ha bisogno di interventi che lo rendano vivibile e sicuro, bene quindi la videosorveglianza ma pensare che possa essere il parcheggio sotterraneo da solo lo strumento adatto ad aiutare il centro storico nel suo processo di rinascita,ci sembra abbastanza limitativo. Forse qualcosa di meglio potrebbe venire da un concreto progetto di recupero edilizio che possa riportare abitanti all’inteno del centro storico, compresi coloro che
lo hanno lasciato non solo per il problema parcheggi”.A chiudere, il suggerimento: “Da un serio confronto tra amministratori, associazioni, imprenditori, professionisti e cittadini potrà sicuramente scaturire un progetto per la città che sia in grado di rendere il territorio di Bastia più bello, più vivibile e anche più sicuro”. Se poi, questo basterà, è tutto da verificare.

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