Protesta il consigliere di FI, Monacchia


BASTIA UMBRA – Un cambio di immagine interpretato come un oltraggio alle tradizioni e alle frazioni di Costano, Ospedalicchio e Bastiola. Il consigliere di Forza Italia Giuliano Monacchia si scaglia contro un ritrovato stemma comunale che inneggia all’antica annessione col comune di Assisi voluta dallo Stato Pontificio: “Mezzi e cartelli del Comune si fregiano di una scelta superficiale, arbitraria e imposta”.
A documentare il fatto, il consigliere d’opposizione mostra delle immagini che ritraggono lo stemma in questione, sovente accompagnato da un affresco situato nella sala della consulta.
Monacchia ha presentato un’interpellanza per conoscere le ragioni che hanno spinto gli amministratori a sostituire lo stemma ufficiale del comune con un altro.
Oltre a quella che può essere una scelta estetica, oltre che affettiva, il rappresentante di Forza Italia si pone il problema della fedeltà storica della scelta: “Lo stemma che in questi giorni vedo troneggiare su cartelli, piccoli o grandi, non rappresenta l’immagine istituzionale della municipalità di Bastia Umbra; quell’immagine non definisce, né descrive la storia del nostro Comune, bensì ricorda quando eravamo annessi ad Assisi, per incarico dello Stato Pontificio”.
Per comprendere meglio le parole del consigliere è utile specificare che lo stemma è ovale e racchiude, in una cornice con volute, la raffigurazione di un’isola con un gruppo di case circondata dall’acqua, la così detta insula romana.
“Vero è che l’isola rappresenta parte importante del nostro comune” prosegue Monacchia “ma lo stemma esclude i territori acquisiti con l’annessione alla comunità insulina: Costano, Ospedalicchio e Bastiola”. Motivazioni storiche sono quindi quella che spingono il consigliere d’opposizione, che tuttavia non tralascia di fare
commenti di più chiaro stampo politico e economico.
“Chi ha modificato l’immagine del nostro comune – afferma Giuliano Monacchia – lo ha fatto a suo piacimento, pensando di poter disporre della cosa pubblica in piena autonomia. Inoltre sono stati spesi denari pubblici, cui paradossalmente bisognerà porre rimedio con altrettanti denari pubblici”.
Alberta Gattucci

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