COSTANO NOTTE DA INCUBO PER LA MOGLIE I FIGLI DI UN IMPRENDITORE
Il bottino è di oltre 100mila euro
BASTIA UMBRA – Tre banditi slavi armati di pistola hanno compiuto l’altra notte una rapina nella villetta di un imprenditore agricolo di Costano e sono fuggiti con un bottino del valore di circa 100 mila euro, dopo avere rinchiuso nel caveau la moglie dell’imprenditore ed i figli di 13 e 17 anni. L’allarme è stato dato dall’imprenditore , Maurizio Bartolini, quando verso le 23 è rientrato a casa. Le indagini sono svolte dai carabinieri della compagnia di Assisi con il supporto di quelli del reparto operativo del comando provinciale di Perugia.
Sono in corso battute e ricerche anche nelle regioni confinanti. Due dei malviventi potrebbero essere gli uomini che sempre l’altra notte hanno abbandonato una Bmw nella zona di Annifo alla vista di una pattuglia. Intanto tra i residenti di Costano cresce la paura. A sentirli si sta assistendo ad una escalation sempre più preoccupante di furti e rapine.
NOTTE DA INCUBO
Erano appostati fuori dalla rete Un’azione studiata nei dettagli
Chiusi in una stanza la moglie e i due figli di Maurizio Bartoini, un imprenditore agricolo. Lui rientra e li libera
In tre armati di pistola portarno via soldi e gioielli
Venti minuti per bloccarli e fare razzia all’interno della casa
Maurizio Troccoli
Bastia Umbra
Il piano è andato a segno perfettamente. Hanno avuto campo libero i tre rapinatori che martedì sera, intorno alle 22, hanno svuotato una villa a Costano, di proprietà di Maurizio Bartolini, noto imprenditore agricolo, per un bottino che – secondo le prime indiscrezioni – si aggira intorno ad un valore di 100 mila euro.
A cambiare la routine di una normale cena in famiglia, la presenza di due ospiti che hanno fatto compagnia ad Eleonora Polinori (moglie di Maurizio) e ai suoi due figli (un ragazzo di 17 anni ed una femminuccia di 13) fino alle 22 circa. Mentre a ritardare l’abituale orario di rientro a casa di Maurizio Bartolini che solitamente raggiunge i suoi verso le 22.30, un inconveniente in azienda che lo ha trattenuto per un’altra ventina di minuti. Coincidenze, sì. Ma di quelle che possono risultare determinanti. Infatti la partenza dei due ospiti ha probabilmente rappresentato, per i tre avventori, il momento ideale per tentare l’incursione, visto che quell’auto fuoriuscita dal cancello automatico di villa Novanta -(questo è il nome dell’abitazione dei coniugi Bartolini) potrebbe essere stata confusa dai malviventi con quella dell’imprenditore. Mentre il ritardo di quest’ultimo avrebbe facilitato l’operazione dei rapinatori. Insomma, a questo punto non deve essere stato complicato per i malintenzionati procedere con le prime mosse. Lei, Eleonora Polinoni non avrebbe potuto immaginare che proprio lì fuori, appena dietro la recinzione della villa, si appostavano tre uomini pronti al tutto per tutto, pur di portare a segno il colpo. “E’ uscita di casa per prendere della biancheria – ricostruisce il marito – e all’improvviso… all’improvviso si è vista avvicinare dai tre”. Uno di loro, ben mascherato con un passamontagna ed un ulteriore berretto che non lasciava intravedere il benché minimo segno del viso, un paio di guanti ed una rivoltella, non le lascia neppure il tempo di fiatare e con minacce verbali la invita a rientrare al suo fianco. Gli altri due, travisati, e pare armati di coltello, si insinuano con fare deciso, raggiungendo i due giovani presi davanti al televisore.
Increduli, sbigottiti, probabilmente credevano che si trattasse di uno scherzo – ha detto ancora il papà – i ragazzi non hanno messo a fuoco che si trattava di una rapina. Ma, visto l’impeto e la determinazione degli incappucciati, hanno ben pensato di collaborare e di eseguire, a perfezione, tutti gli ordini che venivano impartiti, senza opporre resistenza né fisica, né verbale. Li hanno sospinti nel caveau, uno stanzino dove erano custoditi due mila euro, frutto’ dei risparmi dei due ragazzi, ed alcuni preziosi che hanno rappresentato il pesante valore del bottino. Tutto è proseguito velocemente e senza colpi di scena. Probabilmente anche i malviventi hanno capito che il piano sarebbe andato a perfezione se si fosse usata “discrezione” e se si fosse evitato di far crescere la paura. Eleonora e i figli sono rimasti chiusi nel caveau, mentre i tre perlustravano la casa nel tentativo di trovare più refurtiva che avrebbe “appesantito” il malloppo. Concluse al meglio le operazioni principali, con fare da professionisti, hanno chiesto ai sequestrati se il padrone di casa fosse rientrato di lì a poco, sincerandosi che nulla sarebbe potuto succedere loro da li al rientro di Maurizio; hanno consegnato loro una bottiglia d’acqua e chiusa la porta dello stanzino, si sono dileguati.
Nel frattempo nessuno si sarebbe accorto di nulla. Né un urlo usciva da quella casa, né un rumore sospetto. Nulla che potesse rappresentare un allarme . Di lì a pochi minuti Maurizio Bartolini attraversa il cancello che introduce al viale alberato della villa. Qualcosa non tornava. Le luci erano accese ma della presenza della moglie nemmeno l’ombra. Allertato scende velocemente dall’auto e si fionda in cucina. Tutto era sottosopra: quell’ambiente così intimo e familiare si era trasformato in una scena da film giallo. D’istinto prova a chiamare la moglie mentre i pensieri probabilmente disegnavano scenari terribili. Ma Eleonora prontamente risponde rassicurando Maurizio che il peggio è stato evitato.
L’allevatore: “Non è la prima volta che vengono i ladri in casa, ma non mi sarei mai aspettato una aggressione a questi livelli
Il marito ancora sotto choc: “Per un momento ho pensato al peggio”
PERUGIA – I ladri conoscevano nei dettagli ogni passo della famiglia Bartolini. Almeno questo sembra emergere dal racconto di Maurizio. Un uomo dai modi gentili, turbato per quanto accaduto, ma generoso nel raccontare i particolari di una notte da incubo.
E non era la prima: “Già altre volte – ha detto – ci è capitato di subire dei furti in casa, ma mai di tali proporzioni e con simili conseguenze. Quando sono entrato in casa e ho visto le condizioni in cui era ridotta, non vedendo i miei cari, ho pensato subito a una disgrazia”. Una rete di recinzione manomessa è il probabile indizio che indica la presenza degli avventori. “E’ molto probabile – ha commentato – che si appostavano lì a studiare ogni mossa, al fine di individuare il momento giusto per dare il via al piano”. Nessun segno evidente di violenza fisica: “Non sono stati neppure legati i miei due figli e mia moglie che hanno collaborato con i rapinatori così da evitare il peggio. Sono stati chiusi dentro uno stanzino a chiave, con fare paradossalmente rassicurante anche se evidentemente minaccioso”. Tutto quanto c’era di prezioso è stato portato via: “Hanno rovistato ovunque – ha aggiunto Bartolini – ed hanno prelevato dei soldi, circa due mila euro, e gioielli per un valore molto più consistente”. A definire però il quadro di un piano perfetto c’è il sospetto che tra gli avventori ci sia qualcuno che conosceva bene la famiglia Bartolini. Sapeva delle loro abitudini, dell’orario di cena e di quello di lavoro dell’imprenditore. Aveva studiato minuziosamente la strategia per avvicinarsi all’abitazione senza dare sospetti. Aveva scelto il punto di appostamento e aveva capito che non si sarebbe usciti dalla villa Novanta a mani vuote. Mettiamoci pure che le circostanze hanno fatto in modo di non improvvisare colpi di scena, hanno determinato la collaborazione degli “ostaggi” ed hanno favorito sia le operazioni di ingresso che quelle per la fuga, ed il quadro si fa sempre più chiaro. Da un lato un colpo da professionisti, dall’altro il caso che, favorendo gli avventori, ha finito per evitare il peggio anche alla famiglia Bartolini. Ma chi poteva essere a conoscenza dei particolari di una famiglia. tanto nota quanto discreta? “Gli inquirenti hanno lavorato tutta la notte e ancora sono al lavoro in queste ore (ndr) – prova a spiegare Bartolini – per stringere il cerchio attorno ai veri responsabili. Stanno vagliando tutto quanto è dato conoscere: dalle persone vicine alla famiglia, ai volti noti della microcriminalità che in precedenza hanno fatto parlare di sé da queste parti, fino ai meno sospettabili”. Quando però gli viene chiesto se ci sono sospettati tra le persone che orbitano, a vario titolo, attorno alla sua azienda, o nello specifico tra alcuni dipendenti, Bartolini, con la cautela del caso, risponde che nessuna ipotesi è esclusa. Ma il suo volto esprime più convinzione delle sue parole. Chissà se tra i dipentdenti di quella nota azienda agricola possa essere qualche responsabile? Se non uno dei rapinatori, probabilmente un basista, un palo o ancora un informatore? Ad alimentare un simile sospetto – perché solo di questo si tratta – c’è il particolare di un doppio passamontagna. Uno di loro – ha raccontato Bartolini- era particolarmente coperto in viso, come a garantirsi che nessun tratto della faccia potesse essere identificato. Mentre gli altri due parevano mascherati, travisati. Di più c’è che i rapinatori parlavano bene l’ italiano, ma con un accento slavo. Secondo quanto è dato sapere, in quell’azienda ci sarebbe qualche extracomunitario. Ma non bastano questi pochi indizi a chiudere il cerchio di un giallo che potrebbe nascondere risvolti imprevedibili.
TRA COLFIORITO E ANNIFO
Il giallo della Bmw
FOLIGNO – Adesso è caccia aperta, una corsa ininterrotta, una perlustrazione che non esclude nessuna pista. Ricercati sono due uomini, che sono stati avvistati su una Bmw nella zona tra Colfiorito .e Annifo nel folignate e che, è un’ipotesi, ma dí ora in ora sempre più fondata, potrebbero essere i rapinatori di Costano. La caccia è scattata a Colfiorito martedì notte intorno alle 23, quindi poco dopo la rapina con sequestro di persona nella villa della famiglia Bartolini, quando lungo la via Adriatica, all’altezza dell’albergo Villa Fioriti, era in corso un posto di controllo di una pattuglia dei carabinieri della Stazione di Colfiorito, guidati dal maresciallo Nicolò D’Angelo. I militari hanno intimato l’alt alla Bmw, targata AD 788FA, con a bordo due persone: il conducente della macchina non si è fermato ed ha tirato dritto.
Superato il centro abitato di Colfiorito ed in direzione Macerata, l’auto ha girato a sinistra ed imboccato la strada per
la frazione di Annifo: qui vicino all’incrocio con la statale 75, i due hanno abbandonato la Bmw e sisono dati alla fuga a piedi. L’auto che è stata ritrovata è risultata rubata a Cortona qualche giorno fa; dentro sono stati ritrovati attrezzi per lo scasso e un giubbotto che, pare, sembra essere stato descritto dalla moglie di Maurizio Bartolini, Eleonora Polinori, presente al momento della rapina. E poi un altro elemento che sembra ricollegare l’auto dei due ladri con i rapinatori di Costano è la presenza del fango, all’interno e all’esterno della Bmw. Dietro la villa infatti c’è un orto, uno spazio
aperto che nella notte di martedì era bagnato per la pioggia: i rapinatori dopo il colpo da 100mila euro sarebbero scappati sul retro a piedi, sporcandosi le scarpe. E infatti sono state trovate 3 paia di orme di fango sui tappetini della Bmw, fatto che potrebbe ricollegare ai 3 rapinatori. A questo punto un’ipotesi plausibile è che uno del trio sia scappato o si sia allontanato prima del posto di blocco a Colfiorito. In ogni caso non è finita qui: una volta scappati a piedi i ladri della Bmw si sono nascosti in un capannone, dove ieri pomeriggio sono stati trovati dei calzini: la corsa a piedi dal posto
di blocco, lontano circa 7 chilometri, deve aver “inzuppato” le scarpe degli uomini, che hanno deciso di sbarazzarsi delle calze bagnate. Qui hanno provato a mettere in moto un furgone, che però non è partito. Per cui se c’è una cosa sicura in tutta questa ricostruzione e in questa caccia all’uomo è che almeno 2 persone braccate sono nascoste nella zona di Colfiorito, battuta ininterrottamente dagli uomini della Compagnia dei carabinieri di Foligno, coordinati
dal capitano Andrea Mattei e dai militari del Comando provinciale di Perugia, coordinati dal colonnello Carlo Corbinelli.
La zona è monitorata anche dall’alto da un elicottero dei carabinieri di Pratica di Mare (Roma). Tra l’altro le condizioni meteo di ieri non erano delle più favorevoli, ma uomini e mezzi hanno proseguito le ricerche per tutto il giorno. La speranza è che i braccati escano allo scoperto con il favore delle tenebre. Dunque sorgono spontanee alcune domande, sempre nel caso si tratti dei rapinatori di Costano: dove è finita la refurtiva, se è stata nascosta o la portano con se, e che fine ha fatto il terzo uomo. Un basista? Qualcuno che conosceva la famiglia e la villa dei Bartolini? Domande che solamente le indagini a questo punto potranno chiarire.
Elisa Gentilini
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