Bastia Sequestrati 2mila pezzi con marchi contraffatti e contestata l’evasione fiscale per 4 milioni di euro. Scovati 134 lavoratori in nero
Denunciati in tre: producevano e vendevano vasi e piatti “taroccati” a turisti
di UMBERTO MAIORCA
BASTIA – Vendevano false ceramiche “made in Deruta” a gitanti e turisti. I prodotti erano fatti in serie, con tecniche industriali, ma con la dicitura “fatto a mano”. La Guardia di finanza ha sequestrato 2090 ceramiche contraffatte e denunciato a piede libero tre persone. Scoperta anche una presunta evasione fiscale per più di 4 milioni di euro e individuati cento lavoratori in nero. L’operazione è stata condotta dalla tenenza di Assisi.
Alle aziende che realizzavano e mettevano in commercio i prodotti fasulli la Finanza è arrivata dopo aver messo sotto controllo fiscale un gruppo di imprese risultate facenti capo a tre persone (un umbro e altri due di regioni contermini). Secondo gli investigatori una prima azienda acquistava le materie prime e commissionava i prodotti ad una seconda ditta, la quale li produceva e li consegnava alla prima. Poi
interveniva una terza azienda che prelevava tutto e lo spediva all’estero. Il sodalizio aveva anche un punto vendita a Bastia Umbra molto frequentato attraverso il canale degli “autisti di autobus turistici”. La vendita al minuto era destinata a turisti di ogni parte che venivano nella città del Poverello. Numerosi pullman hanno accompagnato presso la sede della ditta molti turisti stranieri e non (alunni delle scuole, turisti di altre regioni italiane, statunitensi, giapponesi), i quali hanno acquistato prodotti falsificati.
Buona parte della produzione raggiungeva l’estero. L’attività di verifica della Guardia di finanza ha permesso di rappresentare agli uffici finanziari violazioni all’Iva per complessivi 640mila euro; alle imposte sui redditi per complessivi due milioni e 500mila; all’Irap per un milione e 360mila euro. E’ stato scoperto un evasore totale ed uno paratotale. Sono stati individuati 84 lavoratori in nero e irregolari impiegati nell’azienda che svolgeva anche attività di produzione. Le fiamme gialle hanno però accertato che alcuni lavoratori impiegati negli anni precedenti sono stati richiamati anche in quelli successivi e quindi le persone effettivamente impiegate in nero sono risultate essere complessivamente 134. Segnalati agli uffici finanziari una base imponibile sottratta a tassazione per lavoro nero ed irregolare per un ammontante pari a circa 300mila euro. I lavoratori identificati sono risultati essere per lo più di provenienza estera con prevalenza dell’est Europa (polacchi, bulgari, rumeni), ma anche dal Marocco.
“Congratulazioni e un ringraziamento alla Guardia di finanza per un’operazione che tutela Deruta e gli artigiani – ha detto il sindaco Verbena – la contraffazione per la città non è solo un danno commerciale ed occupazionale, ma anche per il patrimonio storico-artistico. Il Comune è impegnato a tutelare, attraverso varie iniziative, il prodotto ceramico Deruta, e i decori ‘Raffaellesco’ e ‘Ricco’, e tutti gli artigiani che lavorano con passione e dedizione seguendo l’antica tradizione che contraddistingue la città umbra in tutto il mondo”.
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