I commercianti tirano un bilancio della stagione delle svendite fra i 60 negozi della cità

Molto ricercati capi sportivi e calzature, male labbigliamento tradizionale


LISA MALFATTO


BASTIA UMBRA – Discreto il successo riscosso da questi saldi invernali, conclusi lo scorso 7 marzo dopo due mesi di svendite negli oltre 60 negozi della città.
Dalle prime indagini effettuate dalla Confcommercio locale, i risultati raggiunti nei punti vendita di Bastia si allineano alla tendenza regionale, brevemente riassunta da Antonio Giorgetti, in qualità di singolo operatore economico: “L’andamento dei saldi 2008 è leggermente migliorato rispetto a quello dello scorso anno: in generale non ci si può lamentare”.
“Parlando di discreto successo, penso soprattutto ai negozi dei centri commerciali, in particolare di quello a Collestrada, dove le vendite hanno superato le percentuali del 2007″. In piccolo, Bastia Umbra rispecchia la stessa realtà e non hanno lasciato grosse “sorprese”, né nel bene né nel male, rispetto alle aspettative degli operatori, moderatamente soddisfacenti fin dai primi giorni di svendite, tenendo conto di un andamento delle vendite natalizie piuttosto scarso e concentrato su pezzi piccoli e di basso prezzo. “Non male come stagione – spiega Marco Caccinelli presidente della Confcommercio locale – anche se sarebbe potuta andare meglio se non ci fossero stati gli sbalzi meteorologici che hanno inciso fortemente sulle vendite: abbiamo avuto giornate calde in un primo momento per poi avere freddo, pioggia, neve e ghiaccio in questi mesi che vanno dal 7 gennaio al 7 marzo. Quando ci sono questi cambiamenti repentini di temperature e manifestazioni atmosferiche – spiega il presidente – la gente non è invogliata ad uscire ed acquistare, e le cose si complicano di più. Non possiamo dire che questi saldi siano andati molto bene, perchè per alcuni commercianti non è stato affatto così”.
Per altri meglio per altri male: quest’ ultimi sono gli operatori del settore dell’abbigliamento classico e tradizionale. Meglio, invece, per i negozi di abbigliamento sportivo e per i giovani. Non male calzature ed oggettistica. Da tener conto il fatto che, nel giro degli ultimi 20 giorni, le percentuali di sconto sono precipitate dagli iniziali 30-50% al 70%: questo anche a causa della netta diminuzione della merce in vendita nell’ultimo periodo rispetto alle prime settimane. Già verso il 20 di febbraio, alcune vetrine della città arrivavano ad esporre locandine del “fuori tutto” e allettanti cartellini al disotto dei 10 euro, anche se nella maggioranza dei casi si trattava di abbigliamento con una scelta limitata di taglie, colori o di stagioni passate. Ma se è vero che, soprattutto per il settore dell’abbigliamento, i saldi possono rappresentare un salvagente gettato nel mare della crisi del settore stesso (anche se spesso non è sufficiente al recupero dei lunghi periodi di bassi guadagni) vi sono ancora ampissimi margini di miglioramento.

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