Andranno subito a processo i nove indagati coinvolti nella lite che a Bastia Umbra portò alla morte del giovane spoletino Filippo Limini
PERUGIA Giudizio immediato per tutti. Sarà subito processo per i nove indagati coinvolti – a vario titolo – nella feroce rissa di Ferragosto scoppiata fuori dal Country di Bastia in cui ha perso la vita, a soli 24 anni, il giovane spoletino Filippo Limini. A sei mesi dalla tragedia, grazie ad indagini serrate per riuscire a stringere il cerchio intorno ai partecipanti di quella notte di alcol e sangue, la procura ha chiesto ed ottenuto dal giudice Natalia Giubilei il decreto di giudizio immediato e la prima data dinanzi alla Corte d’Assise del tribunale di Perugia è stata fissata al prossimo 10 marzo. In particolare, Denis Hajderlliu e George Valentino Neculai (quest’ultimo estradato dalla Germania lo scorso dicembre e ancora in carcere) dovranno rispondere anche di omicidio preterintenzionale. Il primo, dopo essere sceso dall’auto mentre i suoi amici erano asserragliati nella Opel braccata dal gruppo di spoletini, avrebbe sferrato un pugno in testa a Limini facendolo cadere e una volta a terra sarebbe stato colpito con calci al volto da Neculai. Il resto è storia ormai nota: la vettura guidata da Brendon Kosiqi, nel tentativo di scappare, investì la vittima in retromarcia per due volte, come emerso dalla consulenza medico legale disposta dal pubblico ministero Paolo Abbritti e depositata la scorsa settimana. Sia per Kosiqi che per Kevin Malferteiner (seduto al lato passeggero), oltre alla rissa l’accusa contestata è quella di omicidio colposo «perché in cooperazione e concorso tra loro – si legge nel capo d’imputazione – per colpa consistita in imprudenza, negligenza ed imperizia» e «senza previamente verificare che la strada fosse libera», investirono Filippo, morto per le gravi lesioni al cranio. A poche ore dai fatti i carabinieri della Compagnia di Assisi, guidata dal tenente colonnello Marco Vetrulli, arrestarono Brendon Kosiqi, Denis Hajderlliu e Kevin Malferteiner, poi finiti ai domiciliari. Valentino Neculai, il ’quarto uomo’ che andò a dare manforte al gruppo dei bastioli, fu invece bloccato il 2 settembre al confine tra Austria e Germania, ma arrestato per un ordine di cattura emesso dalla Romania e infine estradato. A gennaio è stato invece rintracciato il 20enne spoletino, Ionut Tardea – colui che avrebbe colpito con una chiave inglese la Opel Corsa con a bordo il gruppo di bastioli –
raggiunto dalla misura cautelare dell’obbligo di firma e divieto di uscire dalle 20 alle 7 del mattino. Oltre a Tardea, l’accusa di rissa è stata contestata anche a Denis Radi, Altin Lacaj,Emanuel Dedaj e Renato Hasi. Gli indagati sono difesi dagli avvocati Donatella Paccoi, Aldo Poggioni, Salvatore Adorisio, Guido Rondoni, Francesco Cinque, Delfo Berretti, Roberto Quirini, Manco Bellingacci, Antonio Aiello, Rossano Ponti, Fabiana Massarella e Walter De
Fusco. Ora avranno quindici giorni di tempo per chiedere eventuali riti alternativi.
Valentina Scarponi

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