“Per la caccia servono calendari omogenei”
Prove di accordo agli “stati generali” di Bastia
ANTIOCO FOIS
BASTIA UMBRA – Trovare sinergie e linee di azione comuni per la gestione di tre risorse fondamentali dell’Umbria quali ambiente, agricoltura e attività venatoria. La conferenza faunistico-venatoria regionale che ha aperto i lavori ieri mattina al centro fieristico di Bastia, indetta dall’assessorato regionale all’Ambiente, ha fatto il punto su temi quali il calendario venatorio, i periodi di apertura della caccia, le specie da cacciare e gli equilibri che dovrebbero crearsi tra l’attività delle aziende agricole e i cacciatori in favore dell’ambiente. Presenti, tra i relatori, rappresentanti di Province e Regioni del centro Italia, che hanno portato all’attenzione le diverse situazioni e problematiche che caratterizzano le realtà limitrofe a quella umbra. Non sono mancate proposte e novità, come l’abolizione della pratica di bruciatura delle stoppie in estate, che spesso causa la morte di volatili come pernice e fagiano.
Sulle risorse economiche derivanti dai pagamenti delle tasse di concessione da parte dei cacciatori, i rappresentanti del mondo venatorio hanno chiesto un maggiore utilizzo di queste per scopi faunistici. Allo stato attuale, i danni alle colture provocati dai cinghiali ammontano in Umbria a 650mila euro, e gran parte dei fondi utilizzati per i risarcimenti vengono attinti dalle tasse di concessione per l’esercizio dell’attività venatoria. Andrebbe senz’altro valorizzata il cosiddetto “sostegno agli interventi non produttivi”, come le colture a perdere.
Dagli Ambiti territoriali di caccia umbri si è levata una richiesta comune: un calendario venatorio omogeneo tra le regioni del centro Italia, che renda più facili gli accordi in tema di mobilità venatoria, semplificando nel contempo il lavoro burocratico degli Atc.
La prima giornata di lavori alla quale farà seguito quella conclusiva di oggi ha registrato un confronto propositivo delle associazioni partecipanti, con qualche scintilla nel finale fra associazioni venatorie e Legambiente.
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