SOLTANTO POCHE settimane fa durante l’udienza davanti al gup Massimo Ricciarelli il pm Alessia Tavarnesi titolare dell’inchiesta ‘Christmas’ dei carabinieri contro lo sfruttamento della prostituzione aveva depositato nuove carte contro i presunti aguzzini di una ventitreenne romena vittima di abusi sessuali e di sequestri di persona. E’ di poche ore fa, però, l’ultimo arresto di una connazionale della giovane ricercata dai militari della Compagnia di Assisi e dall’Interpol. Le manette sono scattate a Bucarest, la donna è la quinta persona finita nella rete dell’Arma dall’anno scorso, quando la ragazza decise di confessare quei soprusi a un militare la notte di Natale. I carabinieri avevano saputo che nella zona una giovane straniera era stata segregata; tre stranieri erano stati arrestati nel febbraio scorso ad Assisi, con l’accusa di aver fatto arrivare in Italia la ragazza (con il pretesto di trovarle un lavoro regolare come sarta) per poi invece avviarla alla prostituzione. I tre, due albanesi e una romena, erano finiti in carcere con le accuse, a vario titolo, di sequestro di persona, estorsione, violenza sessuale aggravata, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione in concorso e detenzione di sostanze stupefacenti. La giovane — secondo quanto emerso dalle indagini coordinate dal capitano Andrea Pagliaro — era stata costretta a lavorare e a prostituirsi in un night club di Perugia, oltre che ad avere rapporti sessuali con i componenti della banda che pretendevano la consegna dei soldi guadagnati. All’inizio del dicembre 2009 la giovane era stata costretta a prostituirsi anche per strada, ricevendo minacce di morte per lei e per i suoi familiari se solo avesse pensato alla fuga. Un quarto arresto i carabinieri lo avevano eseguito qualche settimana fa, bloccando a Lubiana, in Slovenia, un ventisettenne romeno. Mercoledì il quinto fermo, quello della romena presa in consegna dai carabinieri a Roma Fiumicino ed ora in carcere a Rebibbia. La vittima è rientrata nel suo Paese dopo quell’orrenda esperienza. Prima di ripartire, però, al giudice ha raccontato quello che di più brutto sarebbe stata costretta a subìre. Accuse che pesano come macigni contro gli imputati.
Enzo Beretta 
Nazione-2010-12-31-Pag12

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