PRODI PAGA I ROMENI

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di VITTORIO FELTRI


La prima pagina di LiberoPierferdinando Casini, mi auguro a nome della Casa delle libertà, ha detto: il decreto sulla sicurezza è stato peggiorato rispetto alla versione originaria e non lo possiamo votare. Ha ragione da vendere il leader dell’Udc: fra il diritto degli italiani a vivere tranquilli e sereni e le pseudo esigenze del Prc, Romano Prodi ha scelto queste ultime. Il premier infatti nell’incontro con il collega capo del governo romeno, Tariceanu, ha deciso di scrivere una lettera a Barroso, presidente della Commissione Ue, per chiedere fondi da destinare all’integrazione dei rom, riconoscendo loro la facoltà di libera circolazione e, aggiungerei, di permanenza nel nostro Paese. Piuttosto che rimpatriarli è pronto a investire quattrini che non ha al fine di assicurare agli zingari tutto ciò di cui necessitano per campare e accamparsi. Una disfatta per i cittadini italiani che continueranno a fare i conti con la criminalità in crescita e con i disagi arrecati da un popolo in massima parte privo di occupazione e della voglia di averne una. E pensare che la opposizione era disponibile a dare il proprio appoggio al decreto a condizione fossero accettati alcuni emendamenti fondamentali. Per esempio il rimpatrio con accompagnamento coatto, l’obbligo per i rom (e i romeni) di avere un lavoro stabile e una dimora fissa. Niente di ciò. L’esecutivo non solo rifiuta di aggiustare il testo e di renderlo utile a risolvere il problema, ma, bussando a soldi all’Euro pa, ammette esplicitamente di essersi arreso agli invasori. Un suicidio. La Romania si è sbarazzata di almeno un quinto dei propri delinquenti, dato che laggiù i reati sono diminuiti del 20 per cento, e noi, anziché rispedirli a casa loro in quanto privi dei requisiti indispensabili, li ospitiamo e ci indebiteremo ulteriormente allo scopo di mantenerli, assisterli e curarli, guardandoci dal punirli se commettessero dei delitti. Siamo al paradosso, alla presa in giro. Si ignora pervicacemente che i rom, non lavorando, per forza di cose si sostentano col furto e la rapina. E che preferiscono delinquere qui che nella loro terra, stante il fatto che i nostri codici sono permissivi mentre quelli romeni sono inflessibili. Qui le pene sono ridicole e per giunta non si scontano, mentre là sono pesanti e non c’è verso di scansarle. Insomma, ancora una volta Prodi ha subito il ricatto dei massimalisti della coalizione pur di non patteggiare con il centrodestra, il quale per altro non pretendeva la luna ma solo qualche correzione alla “legge” in senso migliorativo. Sintesi. Dobbiamo tenerci i disperati di qualsiasi provenienza. Prima eravamo oppressi e ossessionati dagli extracomunitari clandestini (serbatoio della criminalità). Ora ci tocca abbassare la testa anche di fronte ai comunitari senz’arte né parte. Addio sicurezza. La legalità resta un miraggio. Preparatevi ai saccheggi e a essere depredati e a sganciare per costruire scuole e ospedali e case per i saccheggiatori e predoni “fidanzati” di Prodi e di Amato, il più scarso ministro degli interni mai visto al Viminale.
A BRACCIA APERTE La Romania si è sbarazzata di un quinto dei propri criminali e noi, anziché rispedirli a casa loro, li ospitiamo e ci indebiteremo per mantenerli RECIDIVO Ancora una volta il Professore ha subìto il ricatto dei massimalisti dell’Unione per non patteggiare con il centrodestra, che voleva solo migliorare la legge.

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