Daniele Luttazzi si racconta prima dello spettacolo a Bastia


 
di Sofia Coletti
BASTIA — Come si fa a diventare il comico più osannato e detestato d’Italia, l’artista considerato il paladino della libertà di espressione o, al contrario, l’emblema di una satira sempre a senso unico? Per Daniele Luttazzi, che da solo riesce a rappresentare tutte queste cose insieme, la risposta è semplicissima: «Basta avere un punto di vista e l’uditorio, inevitabilmente, si schiera. I più intelligenti, anche se non condividono, ridono alle mie battute, ne approfittano per rifletterci. Perché la satira deve seminare dubbi. Se poi distribuisce verità, tanto meglio». Ed è con le «peggiori intenzioni» che stasera Luttazzi arriva al Teatro Esperia di Bastia con il nuovo monologo «Come uccidere causando inutili sofferenze». Si inizia alle 21.15, organizzano Atmo e Comune (info allo 075/8000556).
Un titolo che è già tutto un programma?
«Certo, con questo spettacolo me la prendo contro la guerra in Iraq e contro quelle bugie che denuncio da anni. E’ arrivato il momento di alzare il velo del silenzio, immaginando un parallelo tra l’Iraq e il Vietnam».
E da qui nasce la storia?
«Mi immagino una favolosa spedizione per risollevare il morale delle nostre truppe. Mi ci manda il Governo italiano, in compagnia della Arcuri, la Yespica, la Seredova, Giannini e Raoul Bova: personaggi funzionali a un ruolo. Così racconto le tappe del viaggio, quello che vedo e quello che incontro».
Con una nuova comicità?
«Punto su un umorismo satirico e surreale. Quest’ultimo l’ho riscoperto dai miei esordi e l’ho unito alla satira dei lavori più recenti. Il tono giusto per raccontare questa farsa tragica».
Ma lei come si definisce?
«Un clown esibizionista. Nella mia arte recupero gli elementi della satira antica e nella mia figura unisco la classica coppia comica. Bisogna sempre sapere come “usare” la comicità, evitando la confusione».
Il teatro è scelta obbligata?
«Diciamo che a volte gli effetti vengono prima delle cause. Il teatro per me è un prodigio, un toccasana che permette l’incontro diretto e reale. Però la televisione offre a un comico possibilità tecniche e gag spettacolari impossibili in palcoscenico».
Non a lei, però…
«Già, dopo le critiche di Berlusconi a me è impedito di fare tv e la cosa mi dà molto fastidio. Però so che tornerò, perché sono ostinato e romagnolo. E allora dirò tutto quello che penso». 

Articolo in PDF:

Scarica qui il PDF

Loading

comments (0)

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.