Ansideri e Marcantonini: “Riqualificare e potenziare l’attività nel rispetto dell’ambiente e della salute”
I sindaci di Bastia e Bettona chiedono un tavolo con tutti gli enti interessati
di IVAN TAI
BASTIA – Un tavolo interistituzionale per discutere delle questioni aperte per quanto riguarda le problematiche ambientali collegate agli allevamenti zootecnici. Lo chiedono il sindaco di Bastia Umbra, Stefano Ansideri, d’intesa con il sindaco di Bettona Lamberto Marcantonini. Il tavolo dovrebbe indicare le soluzioni operative alla gestione del settore.
I due sindaci hanno stilato una lettera inviata a Regione Umbria, Provincia di Perugia, Comuni interessati, Arpa, Noe, associazioni allevatori e organizzazioni sindacali: “Con riferimento ai recenti fatti che hanno interessato allevatori, tecnici preposti al controllo ambientale ed amministrazioni comunali, nei territori delle quali viene svolta l’attività oggetto di interesse e preoccupazione, avendo l’abitudine a cercare di risolvere prima possibile i problemi per i quali viene richiesto il nostro intervento, seppure parziale e dovuto in base a prassi normativa-mente supportate, siamo a prendere l’iniziativa affinché tutti gli ‘attori’ della vicenda, risalente ormai a diversi lustri fa, possano incontrasi ed insieme decidere cosa possa essere fatto per governare la materia ed evitare nel futuro di poter in questo essere surrogati dalla magistratura”.
La riunione chiesta dai sindaci dovrebbe svolgersi presso una struttura del Comune di Bastia Umbra, alla quale possano partecipare le associazioni degli allevatori, le organizzazioni sindacali dei lavoratori e gli organi politici e tecnici dei vari enti territoriali compresi quelli preposti al controllo ed alla potenziale attività di indagine (l’Arpa e i carabinieri Noe).
“Quanto sopra nella convinzione che l’argomento di cui trattasi merita un approfondimento per poter procedere in
una delle diverse direzioni, due delle quali, le più facilmente immaginabili, sono: decretare la fine di tale attività, in un territorio vissuto e progredito attraverso la pratica dell’allevamento suinicolo, con conseguente sacrificio di imprenditori e maestran ze, o creare le condizioni (con interventi finanziari a sostegno delle infrastrutture tecniche) in modo da riqualificare e potenziare l’attività nel rispetto dell’ambiente e, conseguentemente, della salute dei residenti” conclude la lettera dei sindaci. Sul fronte dell’inchiesta il tribunale del Riesame dovrebbe sciogliere la riserva oggi sulle richieste di revoca della custodia cautelare.
LA PROTESTA
Gli allevatori: “Centinaia di posti di lavoro a rischio”
PERUGIA – L’Apa (associazione allevatori di Perugia) esprime “forte preoccupazione per le sorti della suinicoltura umbra” e chiede alla Regione di attivare immediatamente,unt tavolospecifico,con tutti i soggetti interessati. L’associazione teme le ripercussioni legate alla impossibilità di utilizzo dei due impianti di depurazione di Bettona e Marsciano da parte degli allevatori “che, di fatto, impedirà loro di continuare a svolgere l’attività di allevamento”.
“Il timore – sostiene l’associazione – è che venga di colpo cancellata una attività economica di grande rilievo per la nostra regione sia in termini di valore prodotto(circa 100milioni di europari all’12% del’intera produzione agricola regionale) e di occupazione,sia in termini di qualità,poichè gran parte dei suini allevati in Umbria vengono prodotti secondo disciplinari di qualità e vengono destinati a prodotti Dop e Igp”.
“La gestione degli efluenti- sottolinea l’associazione – rappresenta uno degli aspetti di più grande rilevanza per gli allevamenti suinicoli e non avere certezze sula possibilità del loro corretto utilizzo, rappresenta un elemento di fortemente condizionante l’intera gestione dell’impresa”.
“E’certo-continua l’Apa-che la scelta di concentrare le deiezioni degli allevamenti in grandi strutture di depurazione,fatta in Umbria nei decenni scorsi, ha oggi manifestato tutta la sua debolezza e le sue criticità. E’ però altrettanto sbagliato considerare che ovunque ci sia un alevamento di suini ci sia inquinamento, perchè le deiezioni animali da sempre sono state una risorsa che ha favorito l’arricchimento e quindi la fertilità dei terreni.Il problema semmai nasce dalla non corretta gestione di questa risorsa”.“È chiaro – conclude l’Apa l’dipa di Perugia – che è necessario un grande coordinamento di tutte le realtà coinvolte a partire dalla Regione in tutte le sue articolazioni (Agricoltura, Ambiente, Arpa), alla quale chiediamo di attivare immediatamente,un tavolo specifico per la suinicoltura umbra con le organizzazioni e le associazioni degli allevatori per trovare le soluzione a questo momento veramente drammatico per i suinicoltori umbri”.
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