PIP LUCI E OMBRE

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Francesco Fratellini*

 

Fratellini FrancescoBASTIA UMBRA – Dopo gli sviluppi che hanno avuto i controlli, chiesti dal gruppo consigliare di Forza Italia-CDL, su alcuni lotti della zona industriale a sud della superstrada, mi sembra giusto fare alcune riflessioni.
E’ legittimo realizzare un progetto diverso da ciò che è scritto nella domanda che ha prodotto il punteggio in base al quale è stata stilata la graduatoria di assegnazione dei lotti?
È regolare che alcuni richiedenti siano stati esclusi perché il progetto di altri ha avuto un punteggio più alto per la bontà del Business plan presentato e invece oggi, vedono chi ha avuto assegnato il lotto, svolgere una attività diversa, oppure, chi è risultato primo in graduatoria vendere il lotto attraverso una discutibile cessione di un ramo di azienda che mai ha operato a Bastia?
Sono stati rispettati i presupposti dell’esproprio dei terreni ai legittimi proprietari che erano quelli di impedire speculazioni?

L’Italia si sa, è il paese, non solo dei “furbi”, ma dei “più furbi” e allora ecco che nascono i problemi che hanno riempito la cronaca degli ultimi giorni. Irregolarità nella realizzazione dei progetti che si sanano con varianti postume o a pochi giorni dall’apertura di attività. Chi ha subito controlli e sanzioni, dopo aver dato le dimissioni dal suo incarico pubblico nell’ambito della maggioranza che amministra Bastia, dichiara di non essere il solo a meritare tanta attenzione. Cosa significa? Che lo stesso è a conoscenza di altri fatti che non sono venuti alla luce perché nessuno ha chiesto i controlli, ma che esistono e devono ricevere lo stesso trattamento?


Le imprese, caro sindaco Lombardi, hanno bisogno della certezza del diritto per fare i propri investimenti con la soddisfazione di chi persegue il “proprio legittimo interesse” e allo stesso tempo favorisce lo sviluppo della comunità. La cultura dello sviluppo non può prescindere dalla LEGALITA’, una parola che non ho notato nelle sue recenti dichiarazioni ma che è fondamentale. Le aziende devono essere certe che se una cosa non è possibile non lo è per nessuno, altrimenti si falsa il mercato e noi siamo per il “libero mercato”, ma libero veramente e non a parole, dove prevalgono la qualità e la capacità delle imprese e non la furbizia. Non si tratta di perseguire il metro cubo in più o in meno, oppure i piccoli difetti procedurali che scaturiscono più dalla burocrazia opprimente che dalla volontà del singolo, ma bisogna impedire assolutamente la speculazione che crea plusvalore solo dai passaggi di proprietà, senza creare occupazione. In nome dello sviluppo non si può permettere qualsiasi cosa. Sarebbe come affermare che se i soldi del narcotraffico vengono reinvestiti in aziende che producono ricchezza, vanno accettati dal mondo economico.


In questa città, sembra prevalga la volontà di “far finta di non vedere” in nome di uno pseudo-sviluppo che produce una “uguaglianza fittizia” dei cittadini e delle imprese di fronte alle norme ed ai regolamenti che si basa sul “chi è senza peccato scagli la prima pietra”. E’ come quando un gruppo di ragazzi si nasconde per fumare di nascosto dei genitori, tutti devono fare almeno una “tirata” affinché nessuno possa dire che non ha fumato e mantenere il segreto, poi c’è colui che tiene in mano il pacchetto acquistato con i soldi di  tutti e, agli amici offre una sigaretta, agli altri solo una “tirata” e tiene il maggior numero di bionde per se pensando che nessuno parlerà visto che tutti, chi più, chi meno hanno fumato.
Oggi però sembra che il fumo a qualcuno sia andato di traverso perché facendone lunghe boccate, spavaldamente le gettava fuori dalla stanza in faccia ad altri che non avevano quel vizio e che irritati dal fumo che usciva dalle finestre, hanno spalancato la porta di quella stanza segreta infrangendo l’omertà che la teneva chiusa.


Alla luce di questo non si può però dire che il PIP ha fallito, perché moltissime aziende hanno potuto acquistare il terreno per la loro sede ad un prezzo molto basso rispetto a quello di mercato e a loro non importa del divieto di affitto o vendita per dieci anni, perché quel terreno l’hanno preso per svolgere la loro attività e non interventi speculativi. Qui sta la bontà dell’operazione realizzata dall’Ente pubblico che voleva favorire lo sviluppo. In realtà alcuni, sfrontatamente, altri in modo sofisticato sul filo del cavillo hanno realizzato quelle speculazioni che dovevano essere evitate  con l’adozione del “Piano Insediamenti Produttivi”.


L’amministrazione si assolve adempiendo agli obblighi di legge, emettendo i provvedimenti che gli competono solo dopo una richiesta di controlli da parte di Forza Italia, ma la responsabilità politica rimane intatta in capo a coloro che hanno permesso che i fatti meritevoli di sanzioni avvenissero sotto i loro occhi e, sempre politicamente ne devono rispondere verso gli imprenditori che operano in base alle regole che dettano le norme ed i regolamenti rischiando i propri capitali nel libero mercato dove la concorrenza che, come recita il dizionario è: “Competizione tra più persone o aziende che cercano di prevalere l’una sull’altra per affermarsi in un determinato settore, soprattutto commerciale”, nella legalità ovviamente, deve premiare i più capaci e non i più furbi.


 A proposito, dimenticavo, a me non piace fumare.



*Coordinatore di Forza Italia Bastia Umbra

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