Pietro Crocchioni, l’artista dell’anima
ALLE PARETI una ventina di quadri, e il locale subito si trasforma in una galleria d’arte. Anche se la destinazione prima della Gargotta, vicino al centro fiere, è tutt’altra, semmai quella di costituire un punto d’attrazione per i buongustai, l’interesse è anche un altro: ospitare pittori, dar spazio alle vocazioni raffinate, colloquiare con serena apertura mentale col gruppo èArt che ha in Raffaele Tarpani l’ideatore e l’elemento di coesione. Venti opere, si dice, una personale in piena regola: protagonista Pietro Crocchioni che è autore ben noto, apprezzato con unanimità e fervore di consensi, ricco di molti estri e sotterranee domande, uno sguardo disteso sulla natura che diventa una rappresentazione dell’animo, serie di domande che non esigono risposte immediate, ma attese, silenzi, comprensioni, meditati intervalli. Pietro è stato premiato dalla giuria tecnica del Premio della Gargotta, originalissima iniziativa con venti artisti ai nastri di partenza, pronti, uno ad uno, a operare ogni sera davanti al pubblico e sostituire l’opera esposta con la nuova appena redatta. Alla fine il responso del pubblico e degli esperti, festa finale di colori e ideazioni per realizzare insieme un pannello di oltre due metri dove gli stili si affermano e il risultato è curioso, delicato, insolito. Il vincitore, appunto, l’amico Pietro, per tutto settembre presenta il suo vocabolario estetico: velature, insondabili distanze, particolari accennati, il valore fondamentale delle cromie, immaginarie carezze per estrarre dalla realtà incalzanti segreti, i significati più rarefatti, il peso dell’anima. Crocchioni non descrive ma commenta, intride l’atmosfera in un pulviscolo cromatico, entra nel brivido della visione per comprendere. L’ondulazione dolce della collina, i ciuffi di alberi, i profili lontani, il mare delle pianure vanno oltre la descrizione, non lo sono mai. Il merito, il magnifico risultato, è proprio cercare se stesso altrove, rincorrersi nel paesaggio. Applausi, dunque. Come ai partecipanti a questo concorso pieno di sorrisi e di validità. Presenteranno anche loro le proprie produzioni, dopo Crocchioni. In più éArt interverrà alla «mezzanotte bianca» di Bastia, il 5 settembre. In piazza dieci pittori si esibiranno in un’opera a più mani, performance divertente e divertita.
mimmo coletti
Pietro Crocchioni, l’artista dell’anima
ALLE PARETI una ventina di quadri, e il locale subito si trasforma in una galleria d’arte. Anche se la destinazione prima della Gargotta, vicino al centro fiere, è tutt’altra, semmai quella di costituire un punto d’attrazione per i buongustai, l’interesse è anche un altro: ospitare pittori, dar spazio alle vocazioni raffinate, colloquiare con serena apertura mentale col gruppo èArt che ha in Raffaele Tarpani l’ideatore e l’elemento di coesione. Venti opere, si dice, una personale in piena regola: protagonista Pietro Crocchioni che è autore ben noto, apprezzato con unanimità e fervore di consensi, ricco di molti estri e sotterranee domande, uno sguardo disteso sulla natura che diventa una rappresentazione dell’animo, serie di domande che non esigono risposte immediate, ma attese, silenzi, comprensioni, meditati intervalli. Pietro è stato premiato dalla giuria tecnica del Premio della Gargotta, originalissima iniziativa con venti artisti ai nastri di partenza, pronti, uno ad uno, a operare ogni sera davanti al pubblico e sostituire l’opera esposta con la nuova appena redatta. Alla fine il responso del pubblico e degli esperti, festa finale di colori e ideazioni per realizzare insieme un pannello di oltre due metri dove gli stili si affermano e il risultato è curioso, delicato, insolito. Il vincitore, appunto, l’amico Pietro, per tutto settembre presenta il suo vocabolario estetico: velature, insondabili distanze, particolari accennati, il valore fondamentale delle cromie, immaginarie carezze per estrarre dalla realtà incalzanti segreti, i significati più rarefatti, il peso dell’anima. Crocchioni non descrive ma commenta, intride l’atmosfera in un pulviscolo cromatico, entra nel brivido della visione per comprendere. L’ondulazione dolce della collina, i ciuffi di alberi, i profili lontani, il mare delle pianure vanno oltre la descrizione, non lo sono mai. Il merito, il magnifico risultato, è proprio cercare se stesso altrove, rincorrersi nel paesaggio. Applausi, dunque. Come ai partecipanti a questo concorso pieno di sorrisi e di validità. Presenteranno anche loro le proprie produzioni, dopo Crocchioni. In più éArt interverrà alla «mezzanotte bianca» di Bastia, il 5 settembre. In piazza dieci pittori si esibiranno in un’opera a più mani, performance divertente e divertita.
mimmo coletti
ALLE PARETI una ventina di quadri, e il locale subito si trasforma in una galleria d’arte. Anche se la destinazione prima della Gargotta, vicino al centro fiere, è tutt’altra, semmai quella di costituire un punto d’attrazione per i buongustai, l’interesse è anche un altro: ospitare pittori, dar spazio alle vocazioni raffinate, colloquiare con serena apertura mentale col gruppo èArt che ha in Raffaele Tarpani
l’ideatore e l’elemento di coesione. Venti opere, si dice, una personale in piena regola: protagonista Pietro Crocchioni che è autore ben noto, apprezzato con unanimità e fervore di consensi, ricco di molti estri e sotterranee domande, uno sguardo disteso sulla natura che diventa una rappresentazione dell’animo, serie di domande che non esigono risposte immediate, ma attese, silenzi, comprensioni, meditati intervalli. Pietro è stato premiato dalla giuria tecnica del Premio della Gargotta, originalissima iniziativa con venti artisti ai nastri di partenza, pronti, uno ad uno, a operare ogni sera davanti al pubblico e sostituire l’opera esposta con la nuova appena redatta. Alla fine il responso del pubblico e degli esperti, festa finale di colori e ideazioni per realizzare insieme un pannello di oltre due metri dove gli stili si affermano e il risultato è curioso, delicato, insolito. Il vincitore, appunto, l’amico Pietro, per tutto settembre presenta il suo vocabolario estetico: velature, insondabili distanze, particolari accennati, il valore fondamentale delle cromie, immaginarie carezze per estrarre dalla realtà incalzanti segreti, i significati più rarefatti, il peso dell’anima. Crocchioni non descrive ma commenta, intride l’atmosfera in un pulviscolo cromatico, entra nel brivido della visione per comprendere. L’ondulazione dolce della collina, i ciuffi di alberi, i profili lontani, il mare delle pianure vanno oltre la descrizione, non lo sono mai. Il merito, il magnifico risultato, è proprio cercare se stesso altrove, rincorrersi nel paesaggio. Applausi, dunque. Come ai partecipanti a questo concorso pieno di sorrisi e di validità. Presenteranno anche loro le proprie produzioni, dopo Crocchioni. In più éArt interverrà alla «mezzanotte bianca» di Bastia, il 5 settembre. In piazza dieci pittori si esibiranno in un’opera a più mani, performance divertente e divertita.
mimmo coletti
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