— BASTIA —
LA VERTENZA con la Mignini-Petrini si è formalmente chiusa ieri con le assemblee, organizzate dai sindacati, dei dipendenti del mangimificio Petrini di Bastia e dello stabilimento Mignini di Petrignano di Assisi. L’intesa raggiunta una settimana fa in Confindustria a Perugia era stata sospesa fino al nulla-osta dei lavoratori, che è arrivato ieri a larghissima maggioranza: l’unanimità dei dipendenti di Petrignano, ma non a Bastia dove si è registrata un’astensione. Il clima, pur diverso dalle scorse settimane che si era caratterizzato dalla mobilitazione e dagli scioperi, ha evidenziato la preoccupazione delle maestranze, soprattutto degli impiegati di Bastia. L’accordo, infatti, prevede un piano di ricollocazione fuori dall’azienda. «Il parere dei lavoratori – sottolinea Vincenzo Sgalla, segretario generale Cgil Flai Umbria – ci conforta per la determinazione dimostrata nella trattativa. Tuttavia, considerata la difficoltà nella gestione, l’applicazione dell’intesa, ci impegnerà più del previsto». I 21 lavoratori in esubero, tra Bastia e Petrignano, troveranno comunque una soluzione: 9 verranno impiegati nella Mignini, 4 alla Colussi, 2 in un’altra azienda del settore meccanico e 1 nella Molini Spigadoro. Per i 6 restanti, in caso di vicinanza alla pensione, è previsto un incentivo economico di oltre 21mila euro. L’accordo, che prevede la chiusura del mangimificio di Bastia, dovrà trovare applicazione entro novembre 2009.
m.s.
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