Amministrative Occhi puntati su Gualdo Tadino, Bastia, Perugia e Spoleto dove la partita elettorale è in bilico
Le frizioni con la sinistra radicale preoccupano quanto i candidati avversari
di PIERPAOLO BURATTINI
PERUGIA -Veltroni se ne è andato e in Umbria il Pd ha subito messo in piedi la più vecchia delle strategie: convocare d’urgenza e simultaneamente l’Assemblea regionale, l’Ufficio politico e pure l’Esecutivo umbro. Come il vecchio Pci, che all’ordine del giorno metteva l’analisi della situazione data ma poi aveva anche la capacità di indicare la via d’uscita. Ieri in piazza della Repubblica c’è stato tanto spiegare, ma poca sostanza. Il tutto a una manciata di mesi da una tornata elettorale, quella delle amministrative, che in Umbria si presentano come un passaggio tutt’altro che facile. Spoleto, Bastia Umbra, Gualdo Tadino e Perugia sono quattro città su cui il Pd è in trincea: perché la partita con il centrodestra è più che mai aperta e la vittoria non è affatto in tasca. E senza contare che anche nel capoluogo le certezze di superare il primo turno non sono più quelle di dieci anni fa.
La segreteria provinciale, e Stramaccioni più convintamente di tutti, da settimane più che ottimismo sparge realismo. Estremo realismo. “Mi auguro che con quello che sta avvenendo a livello nazionale anche nel Pd umbro si prenda coscienza che il passaggio delle amministrative sarà estremamente delicato”, ha detto lo stesso Stramaccioni alcuni giorni nel corso di una riunione informale presenti tra gli il coordinatore della segreteria Stefano Fancelli, Maurizio Manini e Piero Mignini. D’altronde, a nessuno è sfuggito che il più grosso cruccio del segretario provinciale siano le situazioni venutesi a creare a Bastia, Gualdo e Perugia mentre più di un filo di preoccupazione c’è per le sfide da giocare in campo aperto con il centrodestra a Spoleto. Le quattro trincee sono queste. E su queste si giocherà la possibilità di vittoria.
Ovviamente tutte hanno una loro specifica peculiarità. Vediamole. A Bastia, dopo mesi di risse e colpi bassi dentro il Pd ma anche nell’intero centrosinistra, le primarie hanno incoronato Antonio Criscuolo candidato a sindaco: ma la partita vera inizia ora, perché il resto del centrosinistra, a partire da Rifondazione per arrivare al Pdci, sembra essere tutt’altro che convinto di dare il suo appoggio. E senza contare che gli ex sindaci, vedi Brozzi e Bogliari, possono essere allo stesso tempo delle carte vincenti ma anche degli ostacoli sul percorso del candidato se non coinvolti appieno nell’operazione. Dunque, problemi nel formare l’alleanza che si sommano a un centrodestra che già da tempo a messo in campo il suo candidato (Stefano Ansideri) e al gruppone delle liste civiche che fanno capo a Rossella Aristei. Veniamo a Spoleto. Qui la situazione è stata parzialmente raddrizzata dalla candidatura di Daniele Benedetti che ha scongiurato la conta alle primarie con il consigliere regionale Giancarlo Cintioli. Ma la partita resta comunque aperta: nella città del Festival il centrodestra e Alleanza nazionale in particolare hanno un discreto consenso e se la scelta del candidato a sindaco cadesse un personaggio di peso i problemi si moltiplicherebbero. Tra le montagne di Gualdo, stesso problema che a Bastia: Massimiliano Presciutti, dopo aver strappato una sofferta candidatura a sindaco, deve cercare di allargare la base dei partiti e movimenti civici che lo sostiene. Anche qui il problema è sull’ala sinistra che per il momento non vuole saperne ma negli ultimi tempi il pressing del candidato a sindaco si è intensificato. A tutto questo c’è da aggiungere la temibile candidatura a sindaco dell’ex senatrice Sandra Monacelli, che in città ha consenso e una discreta notorietà. Perugia? Wladimiro Boccali è riuscito ad agganciare i riottosi dell’Italia ma il problema si chiana Rifondazione. Questo il quadro. Oggi pomeriggio nell’assemblea provinciale si approverà il regolamento che porterà all’indicazione del candidato alla presidenza della Provincia. Altra partita: e anche questa tutt’altro che semplice.
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