Brunini? Una mina vagante.Boccali? Il candidato naturale alla successione di Locchi come portabandiera del centrosinistra nelle elezioni comunali del prossimo anno.La Bruscolotti ? Non sarebbe male come candidata alla presidenza della provincia. Di Girolamo in campo a Terni?Si rischia la sconfitta. La Lorenzetti? Alla fine la candidatura del terzo mandato potrebbe essere inevitabile, in quanto al momento dietro di lei c’è il nulla. E poi, ancora, il nodo Spoleto (“Lì alla fine bisognerà lavorare a un’ipotesi di un candidato sindaco di provenienza Margherita”), la questione Bastia Umbra (“Lombardi non verrà ricandidato”), la vicenda Foligno (“O Mismetti o Riommi, ma se ci saranno le primarie Mismetti prevarrà largamente”).
Sogni e realtà di una sera di mezza estate – con la festa regionale del Pd a fare da sfondo – in un colloquio con uno dei più autorevoli dirigenti umbri del partito, che parla dopo aver sondato umori, intrecciato incontri, valutato antipatie e simpatie. Un personaggio, insomma, che conosce a fondo la situazione, i tic di ognuno dei generali e colonnelli in campo e che tra una battuta e l’altra non fa sconti a nessuno, con l’aria di chi la sa lunga nel senso che conosce dove, caso per caso, si andrà a parare in tema di candidature. Con una preoccupazione sullo sfondo: che questa volta, a differenza delle precedenti, per il centrosinistra umbro potrebbe scapparci, in varie realtà locali, la sorpresa amara delle sconfitta. Todi, Bettona e Deruta d’altronde sono ancora lì che aleggiano come fantasmi.
Il viaggio parte da Perugia: “Sono anni che prepariamo la candidatura Boccali, non ci sono motivi per cambiare opinione. Tra i nomi in campo, è indubbiamente il migliore. Alla fine sarà lui”.
E le aspirazioni di Bracco? “E’ un uomo intelligente e le sue aspirazioni non le mette in mostra, però un qualche pensiero su Palazzo dei Priori ce lo ha fatto. Tuttavia alla fine sarà Boccali, perché se la situazione dovesse andare in stallo c’è lo strumento delle primarie, dove Bracco verrebbe sconfitto in maniera più larga di quanto lui stesso non possa immaginare. D’altronde le elezioni amministrative del prossimo anno a Perugia saranno difficili, perché attualmente l’amministrazione Locchi non gode di un consenso così ampio da far stare tranquilli. Bisognerà lavorare, in quest’anno che manca alle urne, a far crescere questo consenso e non dovremo sbagliare candidato, perché altrimenti potremmo perdere il Comune”.
Si passa a Foligno: “Lì la partita è tra Mismetti e Riommi. Se si va alle primarie con l’uno contro l’altro Mismetti batterà nettamente Riommi. Se si arriverà a un’intesa, nel caso il candidato a sindaco fosse Riommi, Mismetti verrà fatto eleggere consigliere regionale. In caso contrario, sarà tutto più difficile”.
La soluzione, in verità, sia per Perugia che per Foligno era a portata di mano nelle scorse elezioni politiche: “Avevamo due problemi: Locchi e Riommi. L’idea era di candidarli al Parlamento, ma poi hanno deciso tutto da Roma e la cosa è saltata. Se fosse andata in porto, oggi sia a Perugia che a Foligno sarebbe tutto più semplice da gestire. Molto più semplice”.
E Spoleto? Qui l’interlocutore si fa tagliente: “Dietro Brunini, che peraltro non credo abbia quel vasto consenso che gli si attribuisce, sul fronte degli ex Ds non vedo molto. C’è il vice sindaco Daniele Benedetti, un giovane che è davvero un bravo ragazzo. Ma, appunto, per ora è solo un bravo ragazzo. Bisognerà quindi trovare il candidato di provenienza Margherita che possa giocarsi una partita che appare molto difficile, visto il radicamento della destra e soprattutto di An. Stiamo lavorando a un paio di soluzioni.
Quanto a Bastia, “Lombardi non verrà ricandidato. E’ certamente capace, ma per fare il sindaco a Bastia, visto il sistema del l’elezione diretta che mette i primi cittadini in prima linea, ci vuole più grinta”.
Si passa nell’altra provincia umbra: elezioni comunali a Terni. E anche qui le sorprese non mancano: “Temo che se il candidato sarà Di Girolamo rischiamo la sconfitta. E poi c’è il problema Raffaelli, che è uno di quelli pesanti” (l’interlocutore non lo dice espressamente, ma il timore è che l’attuale sindaco di Terni punti dritto alla candidatura al Parlamento europeo, entrando in rotta di collisione con l’ex sindaco di Todi oggi parlamentare Ue, Catiuscia Marini”, ndr). Una grana non facile da sbrigare”.
Un passaggio veloce sul sindaco di Marsciano, Gianfranco Chiacchieroni: “Sarà candidato alle regionali, ma che sia eletto è tutto da vedere. Per lui non la vedo per nulla facile”.
Si torna a Perugia e il pensiero vola alla tribolata Provincia. “Lì si dovrà lavorare per portare alla candidatura alla presidenza Maria Pia Bruscolotti, attuale coordinatore regionale del Pd. E’ stata assessore provinciale, è una donna, ha credibilità. E prenderemmo due piccioni con una fava: uscire dall’empasse che si potrebbe creare per la candidatura a presidente della Provincia (in corsa ci sono gli ex margheritici Cristofani e Guasticchi, ndr) ed eliminare il ticket (Briscolotti-Boccali, ndr) al vertice del Pd. Una delle sciocchezze più grosse, il ticket, che abbiamo fatto”.
A proposito di Provincia, la richiesta della sinistra radicale di avere un candidato alla presidenza o nella realtà ternana o in quella perugina “non esiste e glielo abbiamo già detto con chiarezza”.
Infine, la madre di tutte le battaglie: la candidatura, tra due anni, per la presidenza della Regione: “L’orientamento generale del partito, oltre che mio personale, è contrario ai terzi mandati. Ma in questo caso la scelta di ricandidare la Lorenzetti a mio avviso è quella giusta. Vedo che si agitano altri e la discesa in campo di Mauro Agostini è ormai esplicita. Ma secondo me c’è un problema di consenso, perché anche per la Regione la partita contro il centrodestra non sarà facile”.
Quanto alla riunione pubblica, a Palazzo Cesaroni, con cui Agostini ha lanciato di fatto la corrente veltroniana in Umbria (all’incontro erano presenti, tra gli altri, Gianpiero Bocci, Bruno Bracalente, Fabrizio Bracco, Paolo Baiardini, Eros Brega, Vinicio Bottacchiari, gli assessori provinciali Antonini e Frullani, Gianfranco Chiacchieroni, Edo Romoli e numerosi altri), per “interlocutore “non si tratta al momento della creazioni di una corrente, vista la diversa estrazione dei partecipanti. Ma a breve potrebbe diventare davvero tale”. E la Lorenzetti? Poco distante, reduce come osservatore dalla riunione dei veltroniani, non ha la faccia dei giorni migliori. Si rende ormai conto che la battaglia è iniziata e ognuno deve organizzare le proprie truppe. Glissa, fa battute, ma la conta di amici e nemici nella sua testa è già partita. E tanto per farlo capire alza la voce quando dice: “Ragazzi, al dibattito con D’Alema (si terrà questa sera alla festa regionale del Pd a Pian di Massiano, ndr) non deve mancare nessuno. Nessuno, capito?”. Anche questo è un modo per contarsi e rispondere all’offensiva mossagli.C’è tempo per un’ultima battuta su Alberto Stramaccioni.Ma siamo davvero sicuri che come dice, si dedicherà solo allo studio della storia  e all’insegnamento?L’interlocutore ride e ci mette una mano sulla spalla: “Ma allora non lo conoscete, non avete capito proprio niente”


FRANCO TIRATORE

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