Rinnovato il consiglio
di SILVIA BARTOCCI FONTANA
ASSISI – I primi tre, tre volte primi. E al numero tre, il tre volte invitto Priore Delfo Berretti. Il triumvirato Giacomo Cova, Marcella Dominici e Delfo Ber-retti è stato riconfermato quasi con un plebiscito, per la terza elezione consecutiva. Da nove anni i più amati dalla Parte de Sotto sono stati riconfermati nel cuore dei partaioli con l’elezione per il rinnovo del consiglio della Magnifica, concluso domenica sera con lo spoglio delle schede. Tra i nuovi eletti, sono stati riconfermati con il massimo dei voti i componenti del consiglio uscente, tre volte vincitore e primo nella storia della Parte a non subire sconfitte.
La nuova formazione che guiderà la Parte per i prossimi tre anni è formata da un solido blocco di consiglieri uscenti, da cinque giovani nuove leve e due colonne della Magnifica: Paperino e Bricco, al secolo Ennio Dionigi e Anselmo Elisei. Tra gli impegni in agenda per la prima riunione del neoeletto Consiglio, oltre alla cooptazione di sei consiglieri “a chiamata”per completare la formazione, che come stabilito da statuto deve essere di trenta per ciascuna Parte, è previsto l’elezione delle cariche istituzionali. E se, come confermato dalle elezioni popolari “Consiglio che vince non si cambia”, tutti in parte de Sotto scommettono che il nuovo Priore sarà di nuovo l’avvocato Delfo Berretti. Da nove anni al timone della Magnifica, Delfo ha già battuto il suo stesso record di priore con più anzianità si servizio nella storia di entrambe le Parti. Inizio combattivo per il nuovo Consiglio che ha già fatto sapere in un comunicato, che intende affrontare i strascichi dell’ultima edizione. Al centro della prima discussione: il continuo rinvio da parte dei Saggi, della decisione relativa a tre ricorsi che seconda la nota, sarebbero favorevoli alla Magnifica, e l’adozione di provvedimenti per individuare l’organo cui spetti l’esecuzione delle delibere stesse dei Saggi. Il riferimento è alla sanzione di 5mila euro che Sopra non ha ancora pagato a Sotto. La pronuncia di una sentenza senza la garanzia di esecuzione rischia di rendere inefficace il procedimento disciplinare a danno della credibilità del sistema creato a tutela della festa.

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