IL PROCESSO

Sei anni di carcere: è questa la condanna richiesta dal procuratore generale Sergio Sottani per la transessuale brasiliana Hudson Pinheiro Reis Duarte accusata dell’omicidio preterintenzionale del giovane Samuele De Paoli, il 21enne di Bastia trovato morto a Perugia all’alba del 28 aprile 2021 a Sant’Andrea delle Fratte. La richiesta di condanna è stata avanzata ieri mattina all’esito della requisitoria del processo d’appello. La difesa ha sollecitato l’assoluzione della transessuale, già scagionata dalle accuse nel processo di primo grado in quanto «il fatto non costituisce reato», la Corte ha stabilito che l’istruttoria verrà riaperta mediante la deposizione di quattro medici legali. «Tutto ciò non deve preoccuparci – ha fatto sapere il difensore dell’imputata, l’avvocato Francesco Gatti -. L’azione di Patrizia è stata meramente difensiva e comunque incolpevole, l’assunzione di cocaina da parte di De Paoli ha avuto un ruolo decisivo».Giornata intensa, ieri, in piazza Matteotti. Opposte le visioni dei fatti. Da una parte la Procura generale, secondo cui quella notte tra i due ci fu una colluttazione ma la transessuale Patrizia «invece di scappare, come avrebbe potuto, ha strozzato Samuele cagionando la sua morte». Evento non voluto ma prevedibile, conseguenza di un’azione come si legge nel ricorso «diretta non tanto a soffocare l’aggressore, ma a strozzare il suo rivale». Secondo Sottani, che aveva avocato a sé le indagini dopo la richiesta di archiviazione della Procura, la sentenza di assoluzione emessa nel settembre 2023 dal gup di Perugia al termine del rito abbreviato va riformulata perché basata, essenzialmente, sulle conclusioni «prive di supporto scientifico, incoerenti e in contraddizione con le acquisizioni probatorie» della perizia disposta dal giudice. Dall’altra la difesa. «Patrizia è innocente e la sua assoluzione deve essere confermata. Pur consapevoli dell’enorme dolore della famiglia De Paoli e della tragedia sullo sfondo degli eventi di quella maledetta sera, siamo convinti che la sentenza del tribunale di Perugia debba essere confermata in quanto intimamente giusta, e rispondente a criteri di verità sostanziale e processuale. Nei giorni scorsi aggiunge l’avvocato Gatti abbiamo depositato una memoria che dà conto di tutte le risultanze tecnico-scientifiche che comprovano l’innocenza della mia cliente. Non dimentichiamo, infatti, che tutti i tecnici che si sono occupati della vicenda hanno concluso che l’imputata si è solo difesa e che la morte di Samuele non sia dipesa dalla sua condotta ma da una concomitanza di eventi, tutti indipendenti da qualsiasi collegamento eziologico con l’azione, si ripete, difensiva, di Patrizia. A volte conclude Gatti capitano fatti incomprensibili e dolorosi ma dobbiamo avere la forza per affrontarli con approccio tecnico, e questa terribile storia è uno di questi». Uscendo dalla camera di consiglio il presidente Paolo Micheli ha comunicato l’intenzione da parte della Corte di voler sentire in contraddittorio i due consulenti del pm, Mauro Bacci e Sergio Scalise Pantuso, e i due periti del tribunale Vittorio Fineschi e Aniello Maiese. L’esame il 27 novembre, sentenza(forse) il 22 gennaio.

Enzo Beretta

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