Risalgono i contagi, che sfiorano quota ottocento in sole 24 ore. E anche il tasso di positività torna a crescere: 13,4 per cento
PERUGIA Per adesso è stato solo e soltanto un «fuoco di paglia». Dopo due giorni in cui il tasso di positività si era attestato tra il 9 e il 10 per cento, ora in Umbria si è tornati a salire superando i 13 punti percentuali (13,4 per la precisione) e tornando quindi ai valori in media con il mese di ottobre e novembre. La tanto attesa frenata dei contagi, insomma, subisce – almeno per il momento – un colpo e vedremo nei prossimi tre-quattro giorni quale sarà l’andamento dei positivi: se dovessero confermarsi i numeri di ieri vuol dire che ci sarà ancora da attendere per poter raggiungere il picco. Resta sempre alto il numero delle vittime, purtroppo: otto anche ieri, un numero che conferma la media altissima e tragica di novembre, dove complessivamente sono stati registrati già cento morti, un numero che in soli undici giorni fa davvero venire i brividi. E sempre riguardo a ieri, in Umbria sono stati registrati ben 783 soggetti positivi al Coronavirus su oltre 5.800 tamponi. Ed è stato elevato, come negli altri giorni, il numero dei guariti, pari a 325 e che quindi conferma il trend che si è avuto per tutta la settimana, con una media di circa trecento persone ogni 24 ore che si sono negativizzate o che comunque sono potute tornare in comunità – secondo i tempi previsti nei singoli casi – poiché prive di sintomi. E colpisce una volta di più che a fronte di quasi ottocento contagi siano finite in isolamento soltanto 400 persone, segno appunto che il tracciamento fatica ancora a ripartire, c’è poco da fare. Si fa invece sempre più dinamica –anche se resta molto complicata – la problematica degli ospedali, dato che ieri si sono avuti nel complesso tre ricoveri in meno (la somma è pari a 423), ma con una persona in più finita in terapia intensiva (il totale è ora pari a 69). In verità inizia a pesare la questione delle dimissioni e quella dei decessi. Al Santa Maria della Misericordia di Perugia ci sono stati infatti quattro ricoveri in più rispetto al giorno precedente (totale 130, compresi coloro che si trovano in Rianimazione), tre in più a Terni, tre a Foligno e uno a Spoleto. Per contro si registrano due pazienti-Covid in meno a Branca, quattro in meno a Città di Castello e due in meno a Pantalla. Segnali, questi ultimi, che le dimissioni rapide dei pazienti e i trasferimenti nei Covid-hotel o nelle strutture da campo che entrano in funzione in queste ore cominciano a concretizzarsi in maniera significativa. Quanto ai singoli comuni, Perugia resta inevitabilmente in testa con oltre 2.400 positivi, poi c’è Terni con quasi 1.600 e Assisi che addirittura supera Foligno (540 contro 518). Proprio la città di San Francesco è tra quelle con il più alto tasso di contagio: sono 19 ogni mille abitanti i positivi, e subito dopo c’è Bastia con 17 .Tra i comuni di media dimensione c’è anche Cascia in condizioni estremamente preoccupanti, dato che in quella località risultano essere presenti 15 positivi ogni mille abitanti. Stessi numeri anche a Valfabbrica e nel capoluogo regionale, mentre in questa seconda ondata va meglio a Città di Castello (meno di 8 ogni mille), località che invece tra marzo e aprile era stato uno dei comuni più critici dell’intera regione. L’analisi dei numeri, dunque, continua a fornire elementi di preoccupazione in un contesto di perdurante azione del virus, che in Umbria continua purtroppo a produrre contagi. Sembra ancora presto, quindi, per parlare di decrescita e per valutare le conseguenze dei blocchi attuati nelle ultime ore. M.N.

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