Per gli scarichi dei servizi igienici delle attività commerciali basta una richiesta
Fi: Invitiamo il Sindaco a fare chiarezza con l’Ato e con il gestore del servizio idrico integrato”


ANDREA FRAU 
BASTIA


Nei giorni scorsi Fi ha presentato due mozioni in Consiglio comunale. La prima riguarda gli scarichi originati da Insediamenti Produttivi e provenienti esclusivamente da servizi igienici, cucine e mense per la quale l’autorità d’ambito Ato 1 prevede l’autorizzazione. Già in passato Fi aveva contestato tale procedura perché ritenuta illegittima e comportava un elevato onere a carico del richiedente: oltre alla parcella del professionista che predispone la documentazione tecnica da allegare all’istanza, è previsto il versamento di Euro 180,00 a favore di Umbra Acque S.p.A. e di Euro 77,00 a favore del Comune. Tali versamenti dovranno essere di nuovo corrisposti al momento del rinnovo dell’atto di consenso che ha durata di quattro anni. Ora la questione è stata definitivamente chiarita da una direttiva regionale pubblicata recentemente sul Bur. Tale direttiva considera acque reflue domestiche le acque reflue derivanti esclusivamente da servizi igienici, cucine e mense anche se scaricate da edifici in cui si svolgano attività commerciali o artigianali o industriali. Per tali scarichi la Norma Regionale non prevede alcuna autorizzazione, ma solamente la richiesta di allaccio alla pubblica fognatura. “Fi – è scritto in una nota di Antonio Bagnetti, consigliere di Fi – invita pertanto il Sindaco a fare chiarezza con l’Ato 1 e con il gestore del Servizio Idrico Integrato affinché si ponga fine a questo ingiustificato comportamento da parte dell’Autorità d’Ambito in palese contrasto con la norma regionale”. L’altra mozione riguarda un capannone artigianale, alto otto metri, realizzato a ridosso delle case esistenti nella nuova area industriale di Costano. L’edificio sorge a cinque metri dalla abitazioni e la sua destinazione d’uso artigianale e/o industriale potrebbe avere effetti altamente negativi sulla qualità della vita degli abitanti della zona per effetto di possibili emissioni odorose e/o rumorose. “La cosa più grave – continua la nota – è che sia il comune che la Asl hanno colpevolmente trascurato le problematiche legate alla vicinanza del fabbricato alle case. Fi, consapevole dell’irreparabile danno arrecato ai cittadini della zona, impegna il Sindaco ad imporre al proprietario del capannone la costruzione di una barriera arborea, ad alto fusto ed a fogliame persistente, lungo il perimetro fabbricato dal lato prospiciente le abitazioni per l’intera lunghezza del lotto ed il divieto di eseguire all’interno del fabbricato lavorazioni insalubri di I° classe”.

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