Ieri mattina le squadre di soccorso hanno individuato i resti del Cessna e recuperato il corpo Le drammatiche ricerche, poi la tragica comunicazione: “Il polso non batte più”

SCHEGGIA – Quando Marcello (il nome è di fantasia) è sceso col verricello dall’elicottero AB 412 del corpo forestale dello stato proveniente da Rieti, che s’era alzato in volo pochi minuti prima dal campo sportivo di Isola Fossara, e ha visto nell’abitacolo del Cessna 172N, decollato il giorno prima da Falconara alle 14,47, che il pilota aveva ancora le mani sulla cloche, ha avuto un colpo al cuore. Il piccolo aereo caduto di punta in mezzo agli alberi, le ali danneggiate, resti del veivolo sparsi un po’ ovunque come tovaglioli spazzati via dal tavolo del picnic da un vortice d’aria improvviso, erano gli elementi di una scena che non avrebbe dovuto lasciare molto spazio alle speranze. E poi tante ore al freddo, con la temperatura che di notte scende anche parecchi gradi sotto lo zero, in condizioni
impossibili in mezzo all’Appennino umbro-marchigiano, a mille metri d’altezza, innevato da una coltre alta in qualche punto anche più di un metro e mezzo, avrebbero dovuto convincerlo, ma nonostante tutto gli si è accesa lo stesso una scintilla di speranza. E’ stato però solo un attimo: il polso di quel pilota era fermo e purtroppo per lui non c’era più nulla da fare.

Il difficile recupero
Alle 10,39 di ieri mattina il corpo di Auro Malinconici, 58 anni di Bastiola, dopo l’ok dato dal pm Antonella Duchini, è stato recuperato dai tecnici del soccorso alpino,speleologico-fluviale di Umbria e Marche. E’ stato assicurato su una barella elitrasportabile e nel giro di pochi minuti è arrivato a Isola Fossara. Ad attenderlo il medico legale Marcello Bensi, i carabinieri di Scheggia e di Gubbio, gli uomini del corpo forestale dello stato di Scheggia, quelli della polizia provinciale, i vigili del fuoco, la protezione civile, tutti i volontari che per una notte intera hanno portato avanti le ricerche nel disperato tentativo di salvare una vita. Da lì il viaggio è ripreso
con un carro funebre diretto all’ospedale di Branca dove sarà effettuato l’esame autoptico, indispensabile per acquisire elementi preziosi per ricostruire la dinamica della tragedia. Saranno infatti i riscontri medico-legali ad aiutare a capire le cause del decesso, avvenuto in seguito all’impatto o se per un malore del pilota che a sua volta ha causato l’incidente.

Notte interminabile
L’allarme era scattato alle 15.09 di giovedì quando si erano perse le tracce del Cessna. Immediate le ricerche in una zona al confine tra Marche e Umbria, con particolare attenzione al territorio del comune di Scheggia. Carabinieri, forestale,protezione civile, vigili del
fuoco da Gubbio, Scheggia, Perugia,Fano, Frontone, soccorso alpino,volontari erano entrati in azione perlustrando una zona in qualche modo circoscritta grazie ai ”segni” lasciati in due cellule dal telefonino di Auro Malinconici che ha squillato a vuoto ma che ha dato lo stesso la possibilità ai soccorritori di orientare le bussole nella zona-cono dove intensificare le ricerche. Alle 22 l’individuazione praticamente esatta della caduta del velivolo tra i monti Forìa e Strega. Il buio e una fitta nebbia hanno costretto tutti ad attendere l’alba.
Rotta impossibile
Quando ti lasci Isola Fossara alle spalle, piccolo borgo in mezzo all’Appennino, avamposto del comune di Scheggia e Pascelupo (che già il nome ti fa venire in mente il freddo e l’inverno,) sei consapevole che quel viaggio potrebbe essere senza speranza. Ma bisogna tentare. Si deve. Agostino è uno che queste terre le conosce come il salotto di casa sua. Insieme ai colleghi della polizia provinciale di Perugia sta lavorando da 12 ore senza sosta. I compagni lo hanno soprannominato “il gatto delle nevi”. E’ mattina presto e lui, insieme ad altre tre pattuglie della Provinciale, scala la strada che porta al passo della Strega. In mezzo all’abitato diGaville imbocchi un ponticello a sinistra, stretto e pericoloso, che solo a guardare di sotto ti prende paura.La Panda 4X4 sale su per i tornanti innevati, fino a oltre mille metri in direzione Montelago. Fa freddo,un freddo boia. Su un fianco della montagna un recinto con i
daini, poco più avanti il cartello che indica la fine della provincia di Perugia e l’inizio di quella di Ancona.In alto una freccia ingiallita dal tempo ci dice che siamo arrivati:“Passo della Strega”. C’è troppa neve e la strada finisce lì, inghiottita sotto una coltre altissima. Il vento ti taglia il viso, ma quelli della polizia provinciale vanno avanti lo stesso. Provano a raggiungere a piedi il luogo dove si è schiantato il Cessna.Dopo oltre mezz’ora di marcia devono riunciare. Anche un “gatto delle nevi” si arrende, così cometutti gli altri soccorritori. Troppa neve e poi l’aereo è finito in una zona molto più in basso rispetto al crinale del Monte Forìa. L’unico modo per arrivarci è calarsi al cielo.Centro operativo

Alle 8,12 una chiamata dall’elicottero del soccorso aeronautico partito da Rimini: “L’abbiamo visto:il Cessna è qui sotto di noi. Siamo su un fianco del Monte Foria”. Per qualche minuto l’attività del centro operativo allestito nella scuola di Isola Fossara per coordinare le ricerche dell’aereo scomparso, diventa frenetica. Tutti si sintonizzano sulle frequenze dedicate, in attesa di un altro messaggio che arriva alle 8,29: “Il pilota è ancora al suo posto nell’abitacolo”. Nessuno sa in cuor suo se sia un messaggio positivo. Ma non c’è tempo per pensare. Le indicazioni ormai sono esatte, l’obiettivo è a vista.Bisogna raggiungerlo e il più in fretta possibile. L’ispettore-comandante della Forestale di Scheggia chiede un elicottero attrezzato che parte da Rieti e arriva a Isola Fossara a tempo di record. Il decollo dal campo sportivo, l’arrivo sul vicino Monte Forìa, il rendez vous con il pilota incastrato nell’abitacolo.Il centro operativo s’ammutolisce,non vola una mosca. La speranza è minima, ma è pur sempre viva e l’attesa si consuma col cuore in gola. Pochi istanti, il ponte radio si riaccende e rimbalza la comunicazione che tutti speravano non arrivasse mai: “Il pilota purtroppo è deceduto. Recuperiamo il  corpo e torniamo indietro”.Bisognerà aspettare che se ne vadavia tutta la neve sul Forìa prima di tentare il recupero dei rottami del piccolo Cessna. Magari passeranno anche alcune settimane.Ma a quel punto a nessuno interesserà più. Tutti provano un gran dolore. In fondo le speranze erano state poche fin dall’inizio,ma adesso il sipario è calato per sempre. E nel silenzio e nel freddo c’è spazio solo per le lacrime e il dolore dei familiari.
Luca Ceccarelli

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