I risultati della consulenza disposta dal gip Frabotta sul decesso del 21enne
di Luca Fiorucci
PERUGIA La lite tra Samuele De Paoli e Patrizia Pinheiro sarebbe avvenuta all’interno dell’auto del ragazzo, morto il 27 aprile 2021 a Sant’Andrea delle Fratte. Samuele potrebbe essere stato trascinato fuori e collocato nel canale di scolo dei campi, dove è stato ritrovato all’indomani, come suggerirebbe la lacerazione dei calzini che indossava. Ma anche: Samuele avrebbe assunto molta cocaina quella sera. Un fattore che lo avrebbe reso, in un certo senso, più “esposto“ alle conseguenze di una pressione, benché minima, sul nervo vagale. Pressione che è la causa della morte. Sono alcune delle conclusioni dei consulenti a cui il giudice per le udienze preliminari, Piercarlo Farabotta, ha affidato il compito di effettuare nuovi accertamenti dopo la riapertura del caso. L’inchiesta sulla morte del giovane calciatore, infatti, era stata avocata dalla Procura generale che, così facendo, aveva revocato la richiesta di archiviazione da parte della Procura che aveva riformato l’accusa a carico di Pinheiro, inizialmente indagata per omicidio preterintenzionale. Accusa che era tornata a formulare l’ufficio guidato da Sergio Sottani nel nuovo fascicolo dal quale si è originato l’attuale procedimento. Sempre secondo i consulenti, il professor Vittorio Fineschi e il professor Aiello Maiese, Patrizia Pinheiro sarebbe stata aggredita mentre si trovava sotto a Samuele, schiacciata sul sedile dell’auto. I colpi ricevuti le avrebbero provocato le diverse lesioni, riscontrate poi in pronto soccorso. A conferma della presunta aggressione, le lesioni sulle mani del ragazzo, le cosiddette «ferite da pugile» che sembrerebbero indicare i colpi inferti. In questa lotta, rilevano ancora gli esperti, l’imputata avrebbe afferrato il collo di Samuele De Paoli per difendersi, esercitando, però, una pressione non particolarmente forte, non tale, insomma, da provocare da sola uno strangolamento. L’eccessiva «risposta neurovegetativa» che avrebbe portato all’arresto cardiaco rivelatosi poi fatale per Samuele, secondo i consulenti, sarebbe stata una conseguenza della pregressa intossicazione da cocaina. Samuele De Paoli morì, secondo quanto ricostruito, nel corso di una colluttazione con l’imputata, scaturita, forse, da un mancato accordo relativo a una prestazione sessuale. Ricostruzione a cui la famiglia, assistita dall’avvocato Marilena Mecchi, si era opposta, sostenendo che Samuele sarebbe stato ucciso altrove e poi portato nel luogo dove venne ritrovato, ucciso per ragioni differenti alla presenza di più persone oltre l’imputata, difesa dall’avvocato Francesco Gatti.
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