Bastia Umbra, la tragedia al campo di beach volley. II Comune e due dipendenti pagheranno 120mila euro
BASTIA UMBRAL’8 agosto 2015 Antonio Perella, 14 anni, si era arrampicato, per gioco, sul palo di recinzione del campo di beach volley, nell’area verde non lontana dal palazzetto dello sport. Quel palo che sorreggeva la rete para-palloni, però, si era spezzato. Il ragazzo era caduto a terra, rimanendo schiacciato dal palo stesso. Un colpo che non gli aveva lasciato speranza, l’adolescente era morto all’istante. Per quella morte, sono stati prima indagati, poi processati, il responsabile dei lavori pubblici e il capo del servizio infrastrutture del Comune di Bastia Umbra. Dagli accertamenti era emerso che il Comune aveva acquisito quello spazio costruito inizialmente da un privato, quindi aperto al pubblico senza essere stato mai collaudato o sottoposto a manutenzione. Il palo spezzatosi, nel corso del tempo si era assottigliato in maniera notevole, passando dai 4 millimetri originari, a 1,5 millimetri. «Una tragedia che poteva essere evitabile, tutti sapevano che li giocavano bambini» aveva sottolineato la Procura durante la requisitoria. Ieri la sentenza di primo grado, a sette anni da quella morte drammatica, con la quale il tribunale di Perugia – giudice Alberto Avenoso, ha condannato entrambi gli imputati a sei mesi di reclusione, pena sospesa. A loro carico la Procura della Repubblica ha ipotizzato il reato di omicidio colposo. I due imputati, inoltre, sono stati chiamati a pagare in solido con il Comune, una provvisionale di 120mila a titolo di risarcimento nei confronti della famiglia di Antonio. Il Comune, che era stato citato in giudizio come responsabile civile, presumibilmente, sarà chiamato a rispondere di quell’incidente anche in sede civile. Nella vicenda era coinvolto anche un terzo imputato, il responsabile della manutenzione dell’area verde dove si trovava il campo. Per lui, in sede di requisitoria, la Procura aveva chiesto l’assoluzione. La difesa dei due imputati, gli avvocati Francesco Falcinelli e Andrea Menichetti, presumibilmente faranno ricorso in appello una volta appurate le motivazioni della sentenza. La famiglia di Antonio è assistita dagli avvocati Andrea Giugni e Giuseppe Gilberti. Francesco Blasi e Fernando Mucci difendono, invece, l’assolto.

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