Ricollocamenti per gli operai. Per gli impiegati non c’è un’alternativa di lavoro, ma solo un contributo e la mobilità
I dipendenti ratificano il documento firmato da azienda e sindacati


ANTIOCO FOIS


BASTIA – Le assemblee dei dipendenti hanno detto “sì” e l’accordo fra Mignini-Petrini e sindacati si può dire definitivamente chiuso. E mentre la posizione degli operai è stata sistemata, con incentivi e alternative di impiego, rimane invece non del tutto definita la condizione lavorativa degli amministrativi: “Ventidue impiegati che di fatto sono disoccupati”, dice Vincenzo Sgalla, segretario regionale Cgil-Flai.
Il caso nasce quando l’azienda che produce mangimi – fra le più grandi in Italia – decide per la riorganizzazione e annuncia la chiusura di due stabilimenti. Uno dei due è quello di Bastia Umbra, che impiega una quarantina di dipendenti, equamente divisi tra operai e amministrativi. Poi scioperi, proteste, trattative sfumate e, mercoledì scorso, la firma dell’accordo fra delegazione aziendale, sindacati ed rsu. “Un accordo migliorato rispetto al precedente”, aveva detto l’amministratore delegato Mario Mignini, che “in sostanza ricalca quello proposto in precedenza” e che agevola l’avvio alla pensione o il ricollocamento degli addetti dello stabilimento in via di chiusura.
Il nodo principale che il nuovo accordo va a sciogliere riguarda l’aspetto occupazionale, con un piani di ricollocamento per tutti gli addetti di Bastia. Nove presso lo stabilimento di Petrignano, quattro alla Colussi e due in un’azienda specializzata del settore meccanico. Un ultimo lavoratore sarà impiegato alla Molini Spigadoro di Bastia. I dipendenti prossimi al pensionamento potranno, invece, beneficiare di un incentivo economico di sostegno al reddito e di uno scivolo verso la fine del rapporto di lavoro. Chi, invece, vorrà lasciare di sua iniziativa l’azienda riceverà un incentivo di oltre 20mila euro.
Termini che, corredati da un piano di riorganizzazione industriale da 8 milioni di euro, hanno convinto l’assemblea degli operai di Petrignano, che ha ratificato all’unanimità l’accordo, e Bastia, che ha espresso un solo voto contrario alla formula presentata dall’azienda.
Partita chiusa quindi. Ma rimangono una ventina di “colletti bianchi” rimasti senza lavoro. Nell’accordo stretto dalle parti sociali, in effetti si fa menzione degli impiegati, per i quali verrà avviato un piano di “outplacement” per favorirne la nuova collocazione sul territorio. “Piano di riqualificazione professionale – traduce Vincenzo Sgalla – per capire, in collaborazione con l’Associazione industriali come potranno essere impiegati e dove. Gli impiegati, che al momento possono dirsi disoccupati, riceveranno, oltre alla mobilità, un contributo di 22mila 250 euro. Ma – conclude il segretario regionale Flai-Cgil con voce non troppo sicura – siamo già al lavoro per formulare una proposta di ricollocamento”.

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