Metano, il comune dal giudice

Processo Iva, il rappresentante del municipio di Bastia ascoltato ieri

MASSIMILIANO CAMILLETTI

ASSISI – Si è tenuta lunedì presso l’ufficio del Giudice di Pace di Assisi l’udienza per l’audizione definitiva del Comune di Bastia Umbra nel procedimento avviato in seguito ai ricorsi presentati da due cittadini. Il 4 ottobre 2004 infatti al Comune era stato notificato l’atto di citazione in giudizio presentato da Antonio Braconi diretto ad ottenere il rimborso delle somme pagate tra maggio/agosto 1994/2000 e fino a settembre dello stesso periodo, in seguito all’applicazione dell’aliquota IVA del 20% sulle fatture per consumi di gas-metano ad uso promiscuo, per un totale di 26,39 euro (oltre interessi e rivalutazione monetaria) e la condanna dell’ente al pagamento della somma di 200 euro a titolo di risarcimento danni e di 300 euro per spese e competenze. Lo stesso giorno al Comune era stato notificato anche l’atto di citazione in giudizio presentato da un altro cittadino, Antonello Pantaleoni, per ottenere il rimborso delle somme pagate nello stesso periodo per un totale di 43,65 euro, oltre interessi e rivalutazione monetaria, e la condanna al pagamento della somma di 200 euro a titolo di risarcimento danni e di 300 euro per spese e competenze. Il Comune di Bastia ha però ritenuto infondate le richieste dei due cittadini dal punto di vista giuridico-normativo e dal momento che fanno riferimento a periodi di tempo per i quali è intervenuta la prescrizione ovvero per i quali il Comune di Bastia Umbra non era titolare delle competenze in materia di determinazione delle tariffe per le utenze del gas metano. Nel corso dell’udienza di lunedì il Comune di Bastia, rappresentato in giudizio dall’avvocato Carlo Calvieri (già difensore della Cesap s.p.a, anch’essa citata in giudizio), dello studio legale Calvieri e associati di Perugia, ha chiesto al giudice Spampinato di pronunciarsi sulle questioni preliminari. Ora si tratta di attendere il tempo necessario (una ventina di giorni di solito) affinché il giudice sciolga la riserva e fissi l’udienza conclusiva.