Venuta alla luce per caso durante degli scavi un’altra preziosa testimonianza di un’epoca affascinante
 
Importante ritrovamento di epoca romana a Bastiola. «Lo valorizzeremo»
 
 
 di ADRIANO CIOCI


BASTIA – I reperti archeologici, affiorati le scorse settimane nella frazione di Bastiola, sembrano rivestire un’importanza maggiore del previsto, soprattutto alla luce degli ultimissimi ritrovamenti: una stele funeraria e oggetti ceramici di epoca imperiale. Si potrebbe trattare della scoperta più significativa nel territorio degli ultimi decenni. Due mesi fa venivano avviati i lavori per la realizzazione di un parcheggio adiacente alla piazza di Bastiola. Ma dopo un primo sbancamento le ruspe si dovevano fermare davanti all’affioramento di un grande perimetro circolare realizzato con i ciottoli di fiume. Ci si è resi subito conto che si trattava delle fondazioni o del muro di un vecchio edificio. Comune e Soprintendenza bloccavano subito il cantiere mentre si iniziava una prima ricognizione lungo e all’interno del circolo.
Una prima ipotesi degli esperti aveva fatto pensare ai resti di una chiesa, probabilmente quella di “San Nicolò del ponte del Chiascio”. “Di essa – avverte lo storico Francesco Santucci – si trova menzione già nel Catasto dei beni delle chiese della Diocesi di Assisi del 1354. Più di due secoli dopo, nella “Visitatio Apostolica Petri Camaiani”, del 1573, viene ricordato il “beneficio semplice di San Nicolò presso il Ponte del Chiascio”. Anche in datazioni posteriori si fa menzione dell’edificio, segno evidente che la sua definitiva scomparsa è avvenuta soltanto nei secoli vicino a noi”. E sino a qualche giorno fa l’orientamento più credibile era proprio a favore di San Nicolò, al tempo ubicata nei pressi dell’antica strada che collegava Assisi con Perugia. “Nell’area – aggiunge l’ingegner Vincenzo Tintori, dirigente dei lavori pubblici al Comune di Bastia – sono state ritrovate ossa umane, di due o tre secoli fa, all’interno della sagoma circolare che misura un diametro prossimo ai sedici metri. Di concerto con la Soprintendenza si stanno programmando altri approfondimenti”.
Ma nelle ultime ore alle prime ipotesi se ne sono aggiunte altre, soprattutto in relazione alla scoperta di numerosi reperti di epoca romana. In primo luogo una stele in travertino, alta un metro, con cuspide a triangolo, lungo la quale sono incise lettere che lasciano pensare ad un nome e ad una cifra (forse l’età del defunto al quale è dedicata). Il reperto, di inequivocabile età imperiale, è già stato posto in sicurezza nel municipio. Sempre dentro il perimetro sono affiorati reperti ceramici, parti di orci o “dolii” con la parete interna ricoperta dalla consueta patina vetrosa che li colloca, anch’essi, al periodo romano. L’assessore Antonio Criscuolo parla di scoperta importante e assicura: “L’area è alquanto rappresentativa per la storia della nostra città. Stanzieremo fondi per il prosieguo degli scavi e daremo degna valorizzazione al luogo”.
Nel frattempo gli enigmi sull’edificio circolare lasciano spazio a numerose interpretazioni: che si tratti veramente della chiesa di San Nicolò, databile all’alto medioevo, con una forma che richiama il tempio di San Michele Arcangelo di Perugia? O che si tratti di una torre altomedievale o meglio ancora di un mausoleo funebre di epoca romana? Se si considera che la stessa zona è stata in passato segnata da piccoli ritrovamenti risalenti a circa due millenni fa, verrebbe da credere ad un ripensamento sulle stesse origini bastiole e, forse, ad una diversa collocazione della primitiva “insula romana”. Ma qui si rischia di entrare nel campo della fantasia. Gli esperti potrebbero sciogliere ogni dubbio già dai prossimi giorni.
 

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