La relazione era finita, ma l’uomo non si dava pace e cercava di riallacciare i rapporti con la ex
BASTIA – Molestie e minacce alla ex utilizzando il computer e la carta dell’ufficio comunale in cui lavorava. È uno dei particolari del processo (d’appello alla sentenza del giudice di pace) che ha visto contrapporsi un dipendente comunale di Bastia e una signora.
I due, rappresentati in tribunale dagli avvocati Vincenzo Repice e Michela Ulli, avevano avuto una storia sentimentale. Tutti e due erano soli, si erano incontrati e, si può dire, si erano amati. Con il passare del tempo, però, la donna aveva iniziato
a manifestare dei dubbi su quel rapporto e aveva deciso di troncare la relazione.
In un primo momento l’uomo non si era dato pace e aveva cercato di convincere la signora a concedergli un’altra possibilità. Le inviava mail e lettere piene d’amore, , di buone intenzioni, di struggimento e desideri inappagati (mi manchi, senza di te non posso continuare ad andare avanti).
Siccome la donna non aveva alcuna intenzione di riallacciare i rapporti non rispondeva. Così l’uomo, secondo le accuse, avrebbe cambiato strategia. Tutti i giorni,in continuazione, utilizzando il computer del posto di lavoro e la cancelleria dell’ufficio la tempestava di lettere digitali e cartacee. Il contenuto, però, era decisamente cambiato: minacce e ingiurie. Se all’inizio reclamava amore, adesso minacciava la donna e i figli che non avrebbero superato le vicine feste pasquali.
Questa vicenda ha prodotto tre processi penali. Il giudice di pace aveva condannato l’uomo; in appello il giudice monocratico ha dichiarato la prescrizione del reato.
U. M.

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