Il giallo di Bastia ad una svolta. I banditi sono stati traditi dall’auto rubata durante la notte del raid nella villa 
 
Imprenditore rapinato, presa la banda
 
 
 di VALENTINA AISA
e ITALO CARMIGNANI


BASTIA – Cinque arresti, cinque volti su cui pesa una terribile responsabilità: quella di aver picchiato a sangue l’imprenditore Giancarlo Abbati con una mazza da baseball e di averlo rapinato di un misero bottino. Un raid per il denaro, ma con i contorni di una vendetta. Potrebbe essere stata l’automobile del cinquantaduenne proprietario del “Bugatti”, un locale notturno di Ponte San Giovanni, la vera chiave di volta delle indagini: utilizzata nella fuga dalla banda di rapinatori che, la notte del 24 ottobre, si introdussero nella villa dell’imprenditore legandolo con nastro adesivo e malmenandolo con ferocia, la Bmw sembra abbia custodito elementi importanti per individuare i volti e i nomi dei ricercati.
Tra pochi giorni sarà trascorso un mese da quel terribile martedì bastiolo, un mese di convalescenza per la vittima, che riportò ematomi su tutto il corpo e fratture alle costole causati dai colpi inferti dai malviventi con una mazza da baseball, un mese di indagini, analisi, riscontri per dare un volto agli autori del gesto e capire il motivo di tanta ferocia. Sulla vicenda a anche sui cinque fermi operati nei giorni scorsi, i carabinieri che conducono le indagini (il reparto operativo della Compagnia di Assisi coordinati dal pubblico ministero Sergio Sottani) mantengono ancora uno stretto riserbo, ma continuano i posti di blocco e i controlli mirati per aggiungere elementi utili a ricostruire l’intero tessuto della vicenda. Sforzi che, alla fine, sembrano aver premiato gli inquirenti e la vittima dell’aggressione: la Bmw dell’imprenditore, rubata quella stessa notte dalla banda per fuggire, sarebbe stata abbandonata a poca distanza dalla villa di Abbati perché dotata di sistema satellitare, quindi facilmente rintracciabile.
Non un tentativo di depistaggio, dunque, ma un errore commesso dai rapinatori che, nella concitazione del momento, avrebbero disseminato nell’abitacolo tracce importanti per le indagini. Prodighe di elementi sembra siano state anche le bottiglie d’acqua dimenticate dai balordi in una stanza della villa, dove i rapinatori hanno atteso l’arrivo di Abbati, su cui sarebbero state trovate tracce di saliva, quindi Dna da abbinare al volto di qualche sospetto. Le indagini dei carabinieri di Assisi, guidate dal tenente Florindo rosa, continuano serrate con lo scopo non solo di consegnare i colpevoli alla giustizia, ma anche di capire il vero motivo del gesto, forse legato al proiettile spedito per posta all’imprenditore bastiolo a scopo intimidatorio. I 2000 euro contenuti nella cassaforte della villa, un Rolex d’oro e una Bmw abbandonata poco dopo sembrano, comunque, un bottino troppo scarno per giustificare tanta violenza.


 

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