di ADRIANO CIOCI


BASTIA – “Ciottolando” non demorde. A metà tra viaggio nella storia e protesta verso chi questa storia l’ha voluta in parte cancellare a Bastia, la manifestazione, ideata e organizzata da Giuliano Monacchia, ha raggiunto adesso la sua quarta edizione. E riscuote un notevole successo fra la gente.
«Il nostro paese – dice Monacchia – è stato costruito con il ciottolo di fiume. Con esso sono state innalzate le mura di cinta dell’antica Insula, sono state costruite le chiese, gli edifici civili, numerosissime abitazioni. Non vi è angolo del centro storico che non porti nella sua intimità questa caratteristica».
L’iniziativa è nata e si è sviluppata su diverse direzioni: la prima è quella di porre davanti alla cittadinanza le immagini del passato, le strutture architettoniche del nucleo antico, fatte rivivere con sapienti flash fotografici.
Ne sono usciti spaccati e scorci particolarissimi, in parte ormai dimenticati, ma tutti riconducibili all’immane lavoro svolto dai nostri padri nell’imbastire un reticolo urbano che per secoli ha fatto da sfondo al tessuto sociale e alle vicende bastiole.
Davanti alle immagini non si può non riflettere su quanta poesia, insieme al sudore, si basava il nostro passato.
«Bastia – aggiunge Monacchia – per secoli è cresciuta su questa materia prima estratta direttamente dal nostro fiume Chiascio. Un lavoro meticoloso che ha coinvolto centinaia di braccia».
E’ per quelle braccia e per quelle realizzazioni che la manifestazione ha anche un messaggio chiaro in direzione delle giovani generazioni: «Guardare sì al futuro, ma facendo tesoro del nostro passato». Insomma massima attenzione a quelle che sono le nostre radici culturali.
Questi messaggi sono stati in parte interpretati dagli artisti locali e dalla gente, anche dai semplici passanti, che hanno voluto testimoniare la condivisione dell’idea lanciata dall’associazione “Il Muro degli Orti”, incidendo su veri ciottoli una frase, uno slogan, un verso poetico, ma soprattutto colori, sfumature e soggetti che richiamassero l’essenza della nostra città.
All’interno della manifestazione, che si è arricchita di un concerto al pianoforte del maestro Mauro Marani e di una proiezione video, sono state esposte alcune opere dello stesso Monacchia che potrebbero definirsi, in un mixer di foto e disegno, come una ulteriore vampata di vitalità tra pietre che si ostinano a non morire.
Ed è proprio questa l’essenza del messaggio: il tramonto può attendere.

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