Il volume storico e fotografico di Adriano Cioci sarà presentato sabato alle 7

Un pomeriggio culturale ad Ospedalicchio di Bastia Umbra. Sabato, alle 17, presso la biblioteca “Fra Giacomo Paris” verrà presentato il libro “La stazione di Bastia Umbra e la ferrovia Terontola-Foligno” di Adriano Cioci. Il volume – che è la storia ed immagini di 140 anni di binari – verrà illustrato da Paola Gualfetti, giornalista, e da Maria Antonietta Benni Tazzi; scrittrice.
“È una storia molto interessante – scrive Maria Antonietta Benni Tazzi -; una storia corredata da splendide fotografie e vivacizzata da testimonianze dirette di gente legata affettivamente, per nascita o per scelta, a questa magica terra”.
In sintesi, la pubblicazione di Cioci – il quale, peraltro, ha al suo attivo una serie di pubblicazioni che riguardano le ferrovie umbre ed italiane – rappresenta uno spaccato storico-culturale quanto mai utile per concorrere a ricostruire correttamente la storia di Bastia e dell’Umbria a partire dalla seconda metà del XIX secolo. E ciò non solo per
quanto concerne il versante delle comunicazioni, ma anche lo sviluppo socio-industriale di un territorio che oggi registra un consistente tasso di sviluppo economico.
Del resto, la storia delle ferrovie umbre è una storia ricca e affascinante. La costruzione in Umbria di una ferrovia per treno a vapore ebbe inizio nel 1911. Il 12 luglio del 1915 il tronco Terni-Umbertide fu aperto all’esercizio
con trazione a vapore. La guerra del 1915-1918 ritardò l’elettrificazione della linea (a corrente alternata monofase 11.000 Volt – 25 Hz) e quindi solo nel 1920 il servizio a trazione elettrica iniziò sulla Terni-Umbertide e poi sulla diramazione Ponte San Giovanni-Perugia. Nuovi locomotori iniziarono a sostituire, poco alla volta, le locomotive a vapore che rimarranno ad essere utilizzate per il trasporto merci. Nel 1956 fu aperto il tronco UmbertideSansepolcro e nel 1959 i due esercizi furono concentrati nelle Ferrovie Umbro-Aretine, con il nome di Mua (Mediterraneo umbro aretine).
Solo alla fine degli anni ’70, con l’acquisizione da parte della Provincia di Perugia (nel momento in cui la ferrovia rischiava la chiusura per fallimento), assunse la denominazione di “Ferrovia centrale umbra”. Vennero attuati ammodernamenti, realizzata la saldatura delle rotaie, adottato materiale rotabile a carrelli e tra il 1962 e il 1966 furono automatizzati con segnalamento ottico-acustico i passaggi a livello.

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