architetto Bruno Broccolo

Il dibattito è rinfocolato dalle domande poste dall’architetto Broccolo «Aveva soluzioni ardite»
BASTIA UMBRA Valeva la pena mantenere la Sala del Consiglio comunale ideata e realizzata nel 1975 dal professor Giancarlo Leoncilli Massi e demolita con la ristrutturazione del Municipio? E’ la domanda che pone l’architetto Bruno Broccolo (nella foto) nella lettura critica dopo la demolizione di questa Sala, pubblicata nel portale ‘www.ConfrontiAssisi.it’. Nel sintetico e prezioso articolo, con riferimenti al giovane professore Leoncilli dell’Università di Venezia, Broccolo, già docente a contratto degli atenei di Firenze e Perugia e oggi dirigente del Comune di Assisi, ricorda le scelte nell’ex Sala del Consiglio ricordando l’espansione voluta dal progettista che aveva occupato una parte del corridoio, i tavoli della Giunta che fronteggiano quelli dei Consiglieri comunali. L’espansione della scatola consente, secondo Broccolo, di realizzare una piccola ‘cavea’ rettangolare, sulla quale prende posto la collettività locale per assistere allo ‘spettacolo’ del Consiglio Comunale. Insomma, negli anni Settanta Leoncilli offrì soluzioni ardite nel definire la Sala consiliare di Bastia; idee che ripropose nel progetto del palazzetto dello sport di viale Giontella e per l’arredo della biblioteca Comunale. Abbiamo chiesto all’architetto Broccolo se, dovendo consolidare il Municipio con avanzate tecnologie di sicurezza, era possibile salvare la Sala di Leoncilli. Broccolo non è stato in grado di opporre validi argomenti ai progettisti che hanno deciso la demolizione. m.s.

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