“La palazzina sede dell’Università libera”

Mantovani interviene sulla vicenda dei locali di piazza Mazzini
BASTIA UMBRA (al.ga.) – “L’amministrazione comunale sarebbe intenzionata a prendere in affitto i locali della palazzina di piazza Mazzini di proprietà della parrocchia di San Michele Arcangelo per farne nuova sede dell’Università libera di Bastia Umbra” assicura Marcello Mantovani, assessore ai lavori pubblici. “Bisogna vedere se gli spazi in oggetto saranno liberati prima dell’inizio del nuovo anno accademico”. Questo è il punto di vista dell’amministrazione comunale sulla questione esposta dal parroco di Bastia Umbra, don Giuseppe Pallotta, che ha raccontato della necessità di affittare al Comune alcuni spazi della palazzina di piazza Mazzini per coprirne le spese del mutuo acceso per i lavori di ristrutturazione effettuati in seguito al terremoto del‘97. “Stilandola previsione di bilancio 2010/2011 ci siamo resi conto che la parrocchia non è più in grado di pagare la rata di 30.000 euro annui, visto che oggi il reddito prodotto dalla palazzina consiste negli affitti di cinque appartamenti su dodici. La soluzione al problema che ci è sembrato più opportuna da attuare è stata partecipare al bando che l’amministrazione comunale ha redatto per individuare locali adatti a ospitare l’Università libera, decisione che per noi comporta di ridurre lo spazio a piano terra che concediamo gratuitamente all’associazione Casa Chiara. Per ovviare a questa limitazione, tuttavia, abbiamo proposto all’associazione di poter utilizzare un appartamento al primo piano, oltre a qualsivoglia spazio parrocchiale, ma la proposta non è stata accettata da Giorgio Giulietti, presidente Casa Chiara”. “Da parte dell’amministrazione comunale c’è la massima disponibilità nell’offrire alla parrocchia un’opportunità che sia utile a risolvere l’emergenza bilancio – spiega l’assessore Mantovani – Certo è che la parrocchia dovrà trovare una soluzione col direttivo di Casa Chiara prima che inizi l’anno accademico 2010/2011, altrimenti saremmo costretti a valutare un’alternativa”.

Corriere-2010-07-22-pag19