I TEST D’AMMISSIONE IN UMBRIA
Da Rieti a Trapani: l’assalto degli aspiranti alle facoltà a numero chiuso
— BASTIA —
UMBRIA FIERE ore 12.48. Antonio Zurino esce con passo tranquillo dal padiglione 9. Non sa che è il primo. Lui guarda avanti: «Abbastanza facile. Storia e molta letteratura — risponde —. Sono già laureato: quattro anni fa in Veterinaria. Ho 30 anni e sono di Perugia. Mi dispiace ne hai beccato uno anomalo», scherza e se ne va verso la macchina, da solo. Anomalo davvero. I genitori da cui è stato assediato appena oltre le transenne non erano i suoi, ma degli altri 1046 giovani candidati che con lui ieri mattina hanno affrontato il test d’ammissione per conquistare i 220 posti del corso di Medicina e chirurgia di Perugia. Una fatica, iniziata alle 7,30 e proseguita oltre le 15, per far uscir tutti dopo la fine della prova alle 13. Ma soprattutto una lunga e estenuante attesa, con unici e ansiosi protagonisti: i familiari. Rieti, Roma, Napoli, Foggia, Trapani: le città di provenienza scivolano fino in fondo alla penisola. E i pensieri si sono incontrati tutti lì, sulle porte dell’Umbria Fiere, il viso schiacciato sul vetro a cercare il proprio figlio: «La mia è in prima fila — scruta la penombra Tommaso Annunziata, da Viterbo —. E’ la terza volta che ci prova e nel frattempo ha iniziato biotecnologie a Napoli». Il piano «b» è d’obbligo per gli sfidanti del numero programmato. E il calcolo delle probabilità lo fanno prima di tutto sulla loro pelle. «A Napoli nostra figlia non ha provato per niente. Laggiù per 300 iscritti ci sono più di 3000 candidati» racconta una mamma di vedetta a una porta laterale. Fanno fatica a parlare, questi genitori in ansia. gli occhi puntati sui loro pargoli. Tanti hanno fatto conti con i corsi di preparazione al test: «Anche quello un bel peso — si mordicchia le labbra una signora da Trapani—: 3500 euro». Numeri di scuole private, ma fino a 200 euro sono arrivate anche i 2 mesi di lezione di via del Giochetto. «Domani (oggi, ndr) — riprende la donna — andiamo a tentare il test di odontoiatria a Bologna». Ma anche l’Aquila, Pavia, Roma. Le mete alternative a Perugia, per i viandanti delle materie sanitarie sono tante. I siciliani, soprattutto, scappano dai test di Palermo e Catania: troppi numeri e troppi «scandali», dicono. Ma il timore non si placa neanche a Bastia. «E’ appena arrivata un’auto blu e sono entrati in quattro, così nel bel mezzo della prova», si aggira sospettoso un padre di Cosenza. Pochi minuti prima, intorno a mezzogiorno, hanno infatti chiuso d’improvviso le transenne: tutti fuori, a 5 metri dall’ingresso principale. Che i due fatti coincidano? Probabilmente sì, visto che l’auto blu era quella del Rettore. Per questo i 60 «controllori», docenti, ricercatori e funzionari di medicina che si aggirano all’interno del padiglione, hanno serrato i ranghi.
MA IL SOLE all’esterno continua a infiammare l’attesa. Meglio allora rifugiarsi al bar. Attorno ai tavolini le varie Regioni si assiepano e conoscono, saltando sopra le valigie o con l’enigmistica in mano. Ma soprattutto l’emozione porta a consumare, conferma la barista Maria Rita Sebastiani: «Rispetto all’ultimo concorso c’è un bel pienone. Abbiamo preparato 3-400 panini e un’altra infornata ci sarà sicuro». Un boccone in silenzio e poi il sipario inizia ad alzarsi. Dopo Zurino i ragazzi iniziano a uscire alla spicciolata. Dopo la chiusura ufficiale alle 13 i primi commenti: «Fattibile», è l’impressione generale. «Più facile dei test precedenti», aggiunge chi si è preparato scaricando i moduli dal sito del Ministero. Lo scoglio è stata la sezione di cultura generale: capitali, colonialismo e testi da leggere; che «fanno perdere tempo», sbuffa qualcuno. In difficoltà fisiologica con l’italiano 4 ragazzi di Gibuti, appassionati e speranzosi. Nessun viso triste, solo frastornato. Sorride esusta la ragazza che per un problema motorio si è fatta l’esame in barella. Insomma, voglia di tornare a casa e dopo tutto, «un’esperienza», sospira Arianna, perugina. Lei intanto, nel precorso a Medicina, ha già fatto amicizia, con Giada di Gela, che a Perugia è salita apposta 5 giorni dopo la maturità. «Se entro qui — chiarisce Giada — seguo per un anno e poi faccio il passaggio a Palermo». Tattiche ad incastro, o di sopravvivenza. «Io, invece, intanto ho inziato economia — spiega un giovanotto al secondo tentativo al test —. Male che vada papà fa il commercilaista».
Marta Gara
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