Nessun incidente a Bastia. Gli organizzatori: «Demonizzati ingiustamente»
di ROBERTO BORGIONI
— PERUGIA —
E’ FINITO tutto ieri mattina, mentre la prima luce grigiastra del’alba illuminava la pianura sotto il Subasio. Solo in quel momento si è spenta la musica dopo 48 ore di ‘martellamento’. Solo in quel momento, gli ultimi irriducibili hanno capito che era arrivata l’ora di tornare a casa. «Umbria beat» ha portato migliaia di giovani al centro fieristico di Bastia. Gli organizzatori dicono: «Non è stato un rave party». Ma molte caratteristiche di fondo erano quelle: due giorni a decibel impazziti, gente da tutta Italia e tanti timori. Sì, i timori. Per l’ordine pubblico, l’igiene, la droga e l’alcol e tutto il resto. L’Umbria Beat era stato messo ‘sotto processo’ anche dal Silb, il sindacato dei locali da ballo, che aveva definito «una follia» il trasporto della kermesse negli spazi di «Umbria Fiere». Ora tutto è finito, le luci si sono spente e le maxi-casse sono mute. Gli organizzatori tirano un sospiro di sollievo e si prendono la rivincita. «Umbria Beat — spiegano — si è svolto come avevamo previsto, senza alcun incidente. A conti fatti continuiamo a non spiegarci l’inutile accanimento contro il festival. La nostra è una realtà imprenditoriale giovane, fatta per i giovani, una idea nuova che esce dagli schemi per tentare di fare qualcosa di diverso nel territorio umbro. Ma questo non sembra sia stato apprezzato, anzi siamo stati ingiustamente demonizzati. E allora ci viene il sospetto che la polemica contro di noi sia stata solo strumentale per difendere gli interessi degli affermati locali della nostra regione. Di certo Umbria Beat ha dato una forte scossa al mondo musicale dance. E questo ai più fa paura».
A SOSTEGNO delle loro tesi, gli organizzatori citano alcune testimonianze ‘neutrali’. Come quella di Marinella Piselli, ispettore del comitato di Bastia della Croce Rossa, che ha mantenuto una postazione fissa nella zona dell’happening. «La manifestazione — ha spiegato Piselli — si è svolta serenamente e senza incidenti di percorso. Era la nostra prima volta in un festival di questo tipo e possiamo dire che è stata un’esperienza assolutamente positiva». In realtà, intorno all’«Umbria Fiere», era stato allestito un robusto ma discreto cordone di sicurezza composto da forze dell’ordine e vigili del fuoco, che non sono dovuti intervenire. Daniele Gervasi, responsabile della security all’interno del festival, racconta: «La gente si è divertita e i ragazzi si sono comportati bene. Nulla di ciò che gli scettici temevano si è verificato, anche perchè gli organizzatori avevano curato ogni dettaglio. Gli stessi carabinieri mi hanno riferito che, nella zona, non sono avvenuti incidenti ricollegabili all’evento». I timori, comunque, c’erano. Lo rivela Simone Ottavi, presidente della coop che ha curato le pulizie. «Ci eravamo preparati al peggio — confessa — e invece abbiamo trovato una situazione tranquillissima». E ‘Umbria Beat’ sarà presto replicato.
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