BASTIA UMBRA — IL PROGETTO di impianto a biogas divide Bastia e, nonostante la competenza a decidere è per legge della Conferenza dei servizi, dove sono presenti 22 enti, le prese di posizione di questi giorni avranno un peso sulle determinazioni finali. Venerdì scorso l’amministrazione comunale ha fatto sapere che il sindaco Ansideri ha chiesto un’ulteriore verifica di compatibilità del progetto di impianto alla luce delle modifiche introdotte a fine gennaio dalla Regione Umbria. In un pacchetto, destinato a semplificare, si prescrive che nell’area di pertinenza dell’impianto non ci devono essere edifici di valore storico e paesaggistico. A Costano, dove l’impianto andrebbe realizzato, esistono degli edifici che l’ufficio tecnico dovrà valutare se sono compatibili con l’impianto. I risultati saranno portati alla prossima Conferenza dei Servizi, ancora da convocare. Il convegno scientifico di domenica al cinema Esperia ha dato voce a esperti, provenienti da Milano e Bologna, dove più numerosi sono gli impianti a biomasse già attivati. Il punto di vista del professor Corsi (Univ. Milano) e del dottor Gasperini, dell’associazione medici per l’ambiente, è che le normative in vigore non garantiscono la sicurezza ambientale e neanche la salute pubblica. Un motivo in più che si somma alle ragioni che hanno mosso il Comitato popolare e la gran parte dei costanesi ad opporsi, comunque, all’impianto perché, dicono, rappresenterebbe una risorsa solo per l’impresa. Sulla vicenda si esprimerà, il 1°marzo, il Consiglio comunale chiamato a pronunciarsi da un ordine del giorno presentato da Pd.
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