BASTIA – Per i più giovani quel muro decrepito che si affaccia su Via Piave, una delle stradine del nucleo più antico, non riveste significati particolari. Ma per i bastioli più attempati e per i cultori della tradizione il “Muro degli orti” è l’innegabile anello di congiunzione con il passato.
Per questo non va fatto crollare e, anzi, sarebbe necessario una sua ristrutturazione, come ora si sta chiedendo da più parti.
Il muro è uno degli ultimi baluardi della civiltà dei nostri padri, quando, nei secoli trascorsi, non soltanto recinzioni e strutture difensive, ma anche gli stessi edifici civili e le abitazioni dei bastioli, venivano innalzati con il ciottolo di fiume.
«Ogni casa, ogni muro del nostro centro storico – dice Giuliano Monacchia, sottoscrittore di una mozione in consiglio comunale – ha incastonato tra altro materiale, ciottoli di ogni dimensione e foggia. Solo chi non crede nella forza del nostro passato considera il ciottolo un semplice sasso, perché non riesce a vedere quanta tradizione e umanità rappresenti quell’oggetto “figlio” del fiume e spesso unico elemento disponibile per costruire le case degli antichi abitanti dell’Insula Romana».
Il Muro degli Orti, che si affaccia in Via Piave, costruito nel 1540 «è l’ultimo tratto ancora in piedi che ci riporta al passato».
Monacchia lancia l’allarme affinché questa traccia non venga cancellata
«Il muro deve essere consolidato e restaurato in tutta la sua attuale lunghezza – sostiene Monacchia – Mi rivolgo al Sindaco, al suo esecutivo e al Consiglio Comunale affinché si tuteli uno dei pochi segni rimasti della nostra storia».
A.Cio.

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