OICOS RIFLESSIONI SI CONCLUDE IL FESTIVAL GIUNGE al termine l’Oicos festival con l’eco ripetuta di un successo annunciato per il valore culturale, la bellezza del tema e l’autorità delle voci intervenute. Giornata ricca, densa di impegni e di intelligenza, con avvio alle 9.30 in duplice appuntamento nel palazzo comunale: la Sala Blu ospita il workshop dedicato ai commenti e alle discussioni sugli incontri di ieri, alla Conciliazione il riepilogo delle discussioni finali dei workshop svolti e il bilancio del primo meeting dei gruppio di Facebook con uno sguardo alle prospettive che si aprono. Gran pubblico, ieri, a partire dall’incontro al Teatro degli Instabili con Massimo Cacciari, Lorenzo Chiuchiù e Gianni Garrera a dibattere sull’annuario Davar, rivista di pensiero curata da Anna Giannatiempo Quinzio, sul senso della Crocifissione e il grande, enorme problema della rappresentazione. L’arte europea, ha detto Cacciari, è rivoluzione permanente, anche perché vuole rappresentare ciò che non si può. E l’altro tema della discussione era il saggio di Sartre su Mallarmé che Chiuchiù ha reso nella sua fosca grandezza, nell’annuncio dell’eclisse divina, nella metafisica diversa nei due ma sovrapponibile. E di seguito pubblico notevolissimo per Berengo Gardin, maestro della foto, di nuovo per Cacciari e il suo Medioevo «diverso», martellato, ispirato dalla figura di Francesco nei due grandi canali di Dante e di Giotto. Infine la lezione di Emanuele Severino, chiara e sorgiva come fonte purissima, su linguaggio e tecnica.
Oggi si prosegue su questo indirizzo altissimo: alle 11 alla Conciliazione il saggista Giuseppe Granieri, esperto di cultura digitale, parla sulla umanità accresciuta. Le tecnologie ormai dominanti producono percezioni diverse, tutto diventa più veloce superando la stessa dimenzione spazio-temporale cui si era assoggettati da sempre. Alle 16, stesso luogo, Guido Vetere, autorità indiscutibile, tiene una relazione sul web semantico, che è finestra già aperta sul futuro ma suscettibile di prossimi straordinari mutamenti.
Alle 18 il sociologo Giovanni Boccia Artieri si sofferma sui «nativi digitali», ossia la generazione cresciuta dopo l’avvento delle nuove tecnologie e dunque in possesso di un modo d’intendere e di proporre relazioni del tutto sofisticate e forse incomprensibili per chi è vissuto soltanto in mezzo alle pagine fruscianti dei libri. Conclusione alle 21 in piazza del Comune affidata ad Alessandro Baricco, scrittore, critico musicale e regista, tra i più acclamati interpreti della scrittura contemporanea. Discorrerà su «narrazione e verità», fatti e misfatti, logiche e non-senso, enfatizzazione e retorica, cronaca e modello di linguaggio. Una navigazione attorno al pianeta del raccontare agli altri una parte di sé.
Nazione-2010-09-05-Pag26
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