Attingimenti nel mirino. Indagano lo forze dell’ordine
BASTIA UMBRA – Il cittadino David lancia l’allarme Chiascio. Addirittura si spinge a dichiarare il fiume è morto in modo definitivo domenica 22 luglio”. Come mai questa data? Il cittadino stava facendo un giro in bicicletta è in quell’occasione ha avuto modo di osservare il corso d’acqua rilevando ormai la situazione di degrado di ciò che una volta era una risorsa naturale. “Stavo facendo una passeggiata tra Pianello e Petrignano – racconta David – ho attraversato il ponte che attraversa il fiume all’altezza di Pianello e inevitabilmente mi sono accorto che la portata d’acqua del fiume era limitata, meglio dire ridotta a un flebile ruscello”. Fin qui molti commenterebbero ‘niente di nuovo’; non è nuova la siccità, specie in periodi estivi che non contemplano piogge refrigeranti. Ma il cittadino fa allusioni ben precise, che non si riferiscono affatto alla calura stagionate e al relativo deperimento delle acque piovane; “Mi sono tanto impressionato nel constatare che il percorso d’acqua era tanto flebile che la curiosità mi ha spinto a scendere a valle – racconta ancora David – e, dopo aver percorso nemmeno tre chilometri, mi sono ritrovato di fronte uno spettacolo sorprendente: ho visto ben venti motori, e sono sicuro di non esagerare, che, con tubi di enorme portata, aspiravano acqua. Il quadro si è completato a pochissimi metri di distanza, quando ho incontrato una pozzanghera con tanti pesci morti, in via di putrefazione; io ero in bici nel mezzo del letto del fiume deserto, tra l’odore nauseante dei cadaveri degli animali”. La descrizione potrebbe sembrare romanzata, se non fosse che purtroppo si tratta di verità, con tanto di accertamento da parte delle forze dell’ordine.
L’appello che per primo il cittadino si sente di avanzare è rivolto ai cittadini: “Mi chiedo come mai nessuno si sia accorto di quanto si è verificato, ma, ancora prima, come mai si sia permesso a un fiume come il Chiascio di ridursi a un’alternarsi di pozzanghere piene di acqua stagnante. Ci sono le autorità competenti che si sarebbero dovute rendere conto di quanto accadeva, o che per lo meno andavano allertate. La mia non vuole essere un’accusa, tant’è che personalmente mi sono subito mosso”.
In effetti il cittadino ha segnalato immediatamente il problema a carabinieri, lega ambiente, forestale, polizia provinciale senza ottenere risposta. Da qui l’appello accorato che David fa interpretando il comune sentire: “Mi auguro che si trovi un organo competente per risolvere il problema e per far rispettare il divieto provinciale d’attingimento”.
Alberta Gattucci
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