Il piano di recupero del centro storico, discusso per la seconda volta, nell’ultima riunione pubblica  si basa su principi scarsamente condivisibili e completamente errati. Rendere vivibile il centro storico, questo l’obiettivo che si pone l’amministrazione attuale, non si ottiene attraverso un piano che, con la scusa della semplificazione burocratica, assoggetta ogni progetto all’approvazione di una commissione che pur formata da “esperti” è comunque condizionata dai politici con tutte le conseguenze del caso. Altra scelta che mi lascia perplesso, è la possibilità di aumentare i volumi in sede di ristrutturazione. Questo incentivo che potrebbe convincere molti privati a ristrutturare per edificare maggiori superfici, rischia di ottenere l’effetto contrario a quello dichiarato. Immaginate in un vicolo, dove la luminosità delle abitazioni risulta già compromessa a causa della eccessiva vicinanza dei fabbricati, cosa avverrebbe se ognuno aumentasse la loro altezza  di 1 metro e mezzo; penso che la luce solare nei locali a piano terra bisognerà inventarsela. Infine ritengo che un centro storico debba rappresentare la memoria di una città e ogni fabbricato è testimone di un periodo importante che ha condizionato e caratterizzato nel tempo lo sviluppo della città stessa, quindi ritengo fondamentali interventi di ristrutturazione che non compromettano  tali caratteristiche e tendano al recupero e al consolidamento e, dove possibile, all’abbattimento delle barriere architettoniche e messa a norma. Aumentare le volumetrie in un centro storico dove gli spazi risultano già compromessi da anni di scarsa attenzione alla vivibilità, rappresenta secondo me, il colpo di grazia. Particolare importanza riveste anche una serie di regole chiare e uguali per tutti volte a tutelare l’aspetto estetico che non deve essere compromesso da istallazioni esterne quali parabole o condizionatori che devono essere posizionati con tecniche non invasive. D’altronde chi sceglie di vivere in un centro storico ne conosce i pregi e i difetti, non si può pretendere di parcheggiare l’auto sotto casa, ma si deve apprezzare la tranquillità che dovrebbe dare l’assenza del traffico e la possibilità di fare quattro passi a piedi dal parcheggio all’abitazione in una vicolo pulito e sicuro e adeguatamante illuminato. Anche la soluzione del problema del traffico sempre più caotico nelle ore di punta a causa del mancato completamento dell’anello viario esterno che comprende la rivierasca e il sottopassaggio ferroviario a Borgo Primo Maggio potrebbe rappresentare un  ottimo incentivo al suo recupero. La mancanza di regole certe giustificata dalla necessità di snellire le pratiche nasconde l’immobilità dell’attuale amministrazione e di quelle che l’hanno preceduta: sono almeno venti anni che si parla di recupero del centro storico, studi e progetti sono stati realizzati e pagati, ma sono rimasti negli archivi comunali inutilizzati non per la loro inadeguatezza ma per scelte politiche. Ora si pretende di risolvere la cosa in pochi giorni. Un piano di recupero serio deve essere inserito in un preciso progetto che riguarda tutta la città partendo dalla viabilità, passando per il recupero delle ex aree industriali dimesse per poi arrivare al centro storico, (va reso soprattutto sicuro e mantenuto pulito) che rappresenta il cuore pulsante di Bastia Umbra, ma il cuore da solo non può vivere, ha bisogno del resto del corpo. Questa amministrazione ha avuto molti anni a disposizione, ma senza un progetto organico di città è intervenuta a macchia di leopardo dimostrando di non  essere all’altezza; motivo in più per mandare tutti a casa!


 


Francesco Fratellini


Resp. Informazione e programmazione


Forza Italia Bastia Umbra

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