Chiede una casa popolare e minaccia di uccidersi


BASTIA UMBRA – Sono sempre di più le situazioni di difficoltà di natura socio-economica che vivono non pochi nuclei familiari del territorio.
A fronte di questo stato di cose l’assessorato ai Servizi sociali ha messo in piedi una serie di interventi a sostegno delle famiglie disagiate.
Come nel caso di Massimo Solla, trentacinquenne originario di
Napoli e da sei anni residente a Bastia, che in gravi difficoltà economiche non ce la fa più a tirare avanti con l’affitto da pagare, quattro figli minorenni da mantenere e rate di finanziamenti che scadono impietosamente.
“Il Comune – spiega l’assessore Nadia Cesaretti – è intervenuto anche in questo caso con una serie di aiuti non solo economici insieme a Caritas e altre associazioni del territorio. L’intervento è ancora in atto e mira a responsabilizzare la famiglia in difficoltà. L’obiettivo è creare le condizioni per superare lo stato di disagio e rendere finalmente autonomo il nucleo familiare”.
Occorre insomma, secondo l’assessore, andare oltre il mero assistenzialismo. Il trentacinquenne in difficoltà economiche tuttavia non chiede soldi ma l’assegnazione di una casa. E un casa popolare libera l’ha individuata nel quartiere di XXV aprile. Il problema è però che Massimo Solla non figura, per un disguido tutto da chiarire, nella graduatoria per l’assegnazione delle case popolari dove invece era inserito, all’undicesimo posto, nel 2001 poco dopo essersi trasferito a Bastia. Se la questione non si risolverà nel senso da lui auspicato minaccia di darsi fuoco il prossimo 22 aprile difronte al palazzo municipale: “Da vedova mia moglie avrà più chances di ottenere un alloggio popolare”.

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