PERUGIA TUTTI A GIUDIZIO a rischiare condanne pesante come macigni. Per la guerra dei maiali e lo scandalo del depuratore di Bettona è competente la Corte d’assise di Perugia. Ci sono reati, come l’avvelenamento delle acque, che fanno tremare i polsi: anche quindici anni di carcere e poi la recente normativa che trasferisce alla Direzione nazionale antimafia le vicende che riguardano il traffico illecito di rifiuti. Dopo una camera di consiglio fiume il giudice per l’udienza preliminare, Luca Semeraro, è uscito con un provvedimento forte: le intercettazioni telefoniche sono tutte utilizzabili perché, «seppur stringata», la motivazione c’è nelle autorizzazioni del gip. Lo stesso problema che si era posto su Appaltopoli ma con un finale diametralmente opposto, e 19 imputati devono essere processati. IL 10 GENNAIO dovranno comparire in aula il presidente di Codep Graziano Siena, i vicepresidenti Rinalo Polidori e Giovanni Mattoni, i consiglieri di Codep Sergio Longetti e Nicola Taglioni, l’autotrasportatore Gianni Berretta, gli imprenditori Stefano Zanotti e Massimo Mencarelli, il funzionario dell’Arpa Susanna D’Amico, i tecnici dell’Arpa Antonio Bagnetti e Claudio Menganna. giudizio anche Nicoletta Giammarioli, Renato Mattoni, Giuseppe Mencarelli, Giuseppe Meschini, Giampaolo Proietti, Paolo Schippa e Renato Taglioni. Per loro le accuse vanno dall’associazione per delinquere allo scopo di commettere una serie indeterminata contro l’ambiente, la salute pubblica e la fede pubblica, al traffico illecito di rifiuti al disastro ambientale all’avvelenamento delle falde acquifere.IL PM MANUELA COMODI, che aveva diretto le indagini svolte dai carabinieri del Noe, aveva chiesto condanne tra i due e i tre anni anche per tutti i componenti dell’allora giunta comunale, accusati di abuso d’ufficio ma il giudice ha disposto l’assoluzione «perché il fatto non sussiste» nei confronti dell’ex sindaco Lamberto Marcantonini, del vice Valerio Bazzoffia e dei membri della giunta Andrea Castellini, Luca Costantini, Franco Massucci, Rosita Tomassetti e Rossella Lispi. L’accusa contestava loro di aver effettuato delibere di fatto a favore di allevatori e di Codep per il conferimento di reflui anche in violazione della norma o in assenza dei presupposti, in modo da garantire alla cooperativa un illecito profitto. Loro si erano sempre dichiarati innocenti.
L’INCHIESTA dei carabinieri denominata «Laguna de cerdos» prese le mosse proprio dal depuratore della Codep di Bettona che lavora gli scarichi degli allevamenti suinicoli di Bettona, Bastia, Assisi e Cannara. Secondo gli inquirenti gli imputati, a vario titolo, si associarono «per commettere una serie indeterminata di reati contro l’ambiente, la salute pubblica e la fede pubblica» e tutto con la complicità dei tecnici dell’Arpa.
Erika Pontini
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